martedì 30 marzo 2021
Due attacchi a Jalalabad, al confine con il Pakistan. Le vittime sono due volontarie e una supervisore. La campagna vaccinale era appena ripresa per il 2021. La malattia ancora endemica nel Paese
Una operatrice sanitaria segna una bimba dopo la vaccinazione anti-polio

Una operatrice sanitaria segna una bimba dopo la vaccinazione anti-polio - Archivio Ansa (11/9/2017)

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Ancora una strage di donne in Afghanistan, operatrici sanitarie impegnate nella vaccinazione antipolio. Sono tre le vittime in due attacchi distinti, nella città orientale di Jalalabad, al confine con il Pakistan, zona ancora dominata dai taleban.

Ghulam Dastagir Nazari, capo del programma di immunizzazione al ministero della Salute, ha ricostruito con la Reuters i fatti: una esplosione ha distrutto l'ingresso della sede provinciale di Nangarhar, senza causare feriti, mentre negli stessi minuti uomini armati uccidevano operatori sanitari in due diverse postazioni di Jalalabad, uccidendo due volontarie e una supervisore della campagna vaccinale antipolio.

Una ondata di violenza ha colpito i centri urbani da quando sono iniziati i colloqui di pace tra taleban e governo, lo scorso anno a Doha. Sotto attacco soprattutto dipendenti governativi e donne professioniste, tra cui giornaliste, operatrici sanitarie e attiviste per i diritti umani. In marzo tre giornaliste sono state uccise proprio a Jalalabad, in un agguato rivendicato dallo Stato Islamico. Il governo attribuisce la responsabilità ai taleban, che però negano il coinvolgimento.

L'uccisione delle tre operatrici sanitarie arriva nella stessa settimana in cui è iniziato la campagna vaccinale per il 2021, con l'obiettivo di vaccinare 9,6 milioni di bambini (e altri 40 milioni in Pakistan). Il programma è condotto dal ministero della Salute con il supporto dell'Unicef. L'Afghanistan e il Pakistan sono gli unici due Paesi al mondo in cui il ceppo "wild" della poliomielite è ancora endemico.

Nessun gruppo armato ha rivendicato l'attacco.

La campagna di vaccinazione contro la poliomelite in Afghanistan era motivo di preoccupazione, si legge sul sito dell'emittente regionale Al Jazeera, perché il gruppo ribelle dei talebani aveva annunciato che non avrebbe permesso le immunizzazioni nei territorio sotto il suo controllo. Secondo un portavoce della milizia, Zabiullah Mujahid, i talebani stanno ancora negoziando con l'Oms l'approvazione della campagna.

Nel Paese dell'Hindukush si prevede che il piano di distribuzione del siero impieghi circa 55.000 lavoratori sanitari e raggiunga 32 delle 34 provincie del Paese.

L'Unicef è "indignato" per quanto avvenuto in Afghanistan. Lo dice la direttrice generale dell'organizzazione, Henrietta Fore, sottolineando che le operatrici sono state attaccate "mentre svolgevano il loro lavoro salvavita per i bambini a Jalalabad, nella provincia di Nangarhar". L'Unicef "esprime le sue più profonde condoglianze alle famiglie, ai colleghi e agli amici delle coraggiose vaccinatrici che erano in prima linea per combattere la diffusione della polio e mantenere i bambini dell'Afghanistan al sicuro da questa malattia invalidante", si legge in una dichiarazione di Fore.


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