martedì 25 agosto 2009

 

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È salito ad almeno 40 morti e 65 feriti il bilancio dell'attentato con camion-bomba di ieri a Kandahar. Lo ha reso noto la polizia, accusando i taleban di aver compiuto l'attacco, il più sanguinoso in Afghanistan da quello suicida contro l'ambasciata indiana a Kabul che il 7 luglio 2008 provocò la morte di 60 persone. La grande città di Kandahar e la sua regione sono la culla dei combattenti islamisti e una delle loro roccaforti. La bomba è esplosa poco dopo le 19 in una strada molto affollata in un momento in cui gli abitanti si preparavano a rompere il digiuno del Ramadan, nei pressi di un vasto complesso composto da una sala ricevimenti per matrimoni, boutique, un albergo e degli edifici amministrativi. Almeno dieci abitazioni sono state distrutte dall'esplosione, molto forte secondo i testimoni, e durante la notte i soccorritori si sono sforzati di estrarre i civili sepolti sotto le macerie.A sorpresa, una ferma condanna degli attentati che ieri sera hanno colpito la città di Kandahar, nell'Afghanistan meridionale, provocando la morte di 43 civili, è giunta oggi proprio da uno dei portavoce dei taleban, che proprio in quella zona hanno le loro storiche roccaforti. Qari Yusef Ahmadi, questo il nome del portavoce, ha negato qualsiasi coinvolgimento nella strage, dichiarando che "numerose vittime innocenti sono state uccise". Lo riferisce il sito web dell'emittente al-Jazeera. Le esplosioni di ieri, provocate da un ordigno azionato a distanza, hanno investito una sala nel centro della città in cui si stava celebrando un matrimonio.Rinvenuto ordigno esplosivo vicino a base italiana. Un potente ordigno rudimentale, da azionare a distanza, è stato trovato questa mattina dai militari italiani vicino a Kabul. L'ordigno, secondo quanto riferiscono al comando di Italfor, era radiocomandato e composto da due proiettili di mortaio collegati ad una batteria, con circuito elettrico e ricevitore. Era stato nascosto ad un metro dalla carreggiata, sul margine destro della strada che collega Kabul alla valle di Mushai (a circa 15 chilometri dalla capitale afghana ed a una decina dalla valle).Dopo il rinvenimento dell'ordigno sono state predisposte tutte le misure di sicurezza del caso, con la cinturazione dell'area e una serie di controllo finalizzati ad accertare che non vi fossero altri pericoli. Per rimuovere e distruggere l'ordigno sono stati chiamati ad intervenire gli artificieri locali.
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