sabato 9 dicembre 2023
Il 10 dicembre 1948 veniva adottata la "Costituzione" dei 193 Paesi Onu. Incontro con Macron a Palais de Chaillot, dove fu firmato il documento: il testo giuridico più tradotto al mondo (500 lingue)
La "prima" Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo

La "prima" Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo - Credit: Europarlamento

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È una data non sempre posta sotto i riflettori, pur avendo segnato una svolta nella storia del diritto. Il 10 dicembre 1948, a Parigi, presso il Palais de Chaillot, "dirimpettaio" della Tour Eiffel, veniva adottata la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Un testo che, fra l’altro, è servito da fonte d’ispirazione per le Costituzioni di tanti Paesi.

Non a caso, dunque, il Premio Nobel per la Pace verrà consegnato oggi a Oslo in omaggio a quel testo frutto di 3 mesi di lavoro di un gruppo internazionale di giuristi ed esperti d’altissimo profilo. Una tappa simbolica che fu pure un tentativo di lasciarsi definitivamente alle spalle gli orrori indimenticabili dell’ancora recente Seconda Guerra Mondiale, puntando su uno zoccolo duro di valori chiamati a fungere da guida per l’umanità.

Per i 75 anni, proprio al Palais de Chaillot, si terrà oggi un seminario organizzato dai ministeri francesi degli Esteri e della Giustizia, con un discorso conclusivo del presidente Emmanuel Macron. All’epoca, lungo il periodo della stesura, le Nazioni Unite presero possesso dei luoghi, riconosciuti come territorio internazionale.

Con i suoi 30 articoli, la Dichiarazione del 1948 viene spesso considerata come una sorta di ‘Costituzione’ idealmente condivisa fra i 193 Paesi membri dell’Onu. Non a caso, si tratta pure del testo giuridico più tradotto al mondo, disponibile in oltre 500 lingue. Ma sul piano delle relazioni internazionali, non è un documento vincolante per gli Stati.

Per l’occasione, sarà a Parigi pure l’Alto Commissario ai diritti dell’Uomo, l’austriaco Volker Turk, che festeggerà dunque due volte il testo, date le parallele celebrazioni previste a Ginevra.

Ma l’anniversario rappresenta naturalmente pure un’occasione fondamentale di riflessione sulla fosca geografia mondiale delle minacce e violazioni contro i diritti umani, in ogni Continente, anche sullo sfondo degli effetti del cambiamento climatico a cui la comunità internazionale stenta per il momento ad apportare soluzioni davvero convincenti ed efficaci sul campo. In non pochi Paesi, i giuristi e le Ong di difesa dei diritti umani denunciano un rischio di crescente «regressione» su diversi fronti. In numerosi teatri di conflitti o sotto il giogo di regimi autoritari, comprese le cosiddette "democrature", gli argini posti a difesa dei diritti umani appaiono quotidianamente sul punto di sgretolarsi.

Come hanno anticipato fonti dell’Eliseo, al di là della dimensione celebrativa, il seminario di riflessione a Parigi adotterà dunque un approccio realista, prendendo pienamente atto di questo scenario tutt’altro che rassicurante per il futuro del multilateralismo.

Macron «avrà a cuore di presentare e condividere qualche pista d’azione concreta che ha seguito durante questi ultimi anni accanto ai suoi partner internazionali». Fra queste piste, quelle riguardanti la protezione dei diritti nell’universo delle relazioni digitali, in modo che quest’orizzonte in continua espansione non si tramuti in una sorta di "far west".

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