sabato 9 ottobre 2010
I militari sono stati vittime di una imboscata al ritorno da una missione mentre si trovavano nella valle del Gulistan, nella provincia di Farah. Un quinto soldato è rimasto ferito. Il cordoglio di Napolitano. Lunedì le salme in Italia.
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Un ordigno è esploso in Afghanistan investendo un Lince di scorta a un convoglio: quattro militari italiani hanno perso la vita e uno è rimasto gravemente ferito. È quanto riferisce il maggiore Mario Renna Portavoce del Comandante del Regional Command West di ISAF in una nota in cui si ricostruisce tutta la vicenda. «Oggi alle 9.45 locali, un ordigno esploso al passaggio di un convoglio ha causato la morte di quattro militari e il ferimento grave di un quinto, tutti di nazionalità italiana. Il ferito è stato immediatamente evacuato con elicotteri di ISAF. L'esplosione - avvenuta nel distretto di Gulistan, a circa 200 km a est di Farah, al confine con l'Helmand - è stata seguita da uno scontro a fuoco che ha visto i militari italiani mettere in fuga gli aggressori. I cinque si trovavano a bordo di un veicolo blindato Lince che faceva parte del dispositivo di scorta a un convoglio di 70 camion civili che rientravano verso ovest dopo aver trasportato materiali per l'allestimento della base operativa avanzata di Gulistan, denominata "Ice"».Le vittime. Sebastiano Ville era originario di Francofonte, paese del Siracusano; Marco Pedone, di 23 anni, caporalmaggiore di Patù, un comune del basso Salento; Gianmarco Manca, caporalmaggiore, di 32 anni, di Alghero (Sassari), Francesco Vannozzi di San Giovanni alla Vena (Pisa). Le salme dei quattro militari dovrebbero fare rientro in Italia lunedì mattina. Tutti erano di stanza al Settimo reggimento alpini di stanza a Belluno, inquadrato nella brigata Julia. Il ferito è Luca Cornacchia, di 31 anni, di Pescina (L'Aquila). Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa con profonda commozione la notizia del gravissimo attentato in cui hanno perso la vita quattro militari italiani impegnati nella missione internazionale per la pace e la stabilità in Afghanistan, rendendosi interprete del profondo cordoglio del Paese esprime i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari dei caduti. Èquanto si legge in una nota diffusa dal Quirinale.Profondo dolore è stato espresso dal ministro degli Esteri Franco Frattini per la morte dei quattro militari in Afghanistan. "Sono vicino alle famiglie ed esprimo personalmente e a nome della Farnesina il mio più sincero cordoglio per la perdita subita. Auguro la più pronta guarigione al militare italiano ferito"."L'attentato contro i militari italiani - ha proseguito Frattini - è un altro esempio dell' altissimo costo umano che siamo costretti a pagare per una missione fondamentale per la nostra sicurezza nazionale. I terroristi che minacciano l'Europa vengono purtroppo da quelle aree di crisi e instabilità come l'Afghanistan ed è nostro dovere respingerli per non dare loro la possibilità di avvicinarsi alle nostre case e alle nostre famiglie".Il comandante delle truppe Nato in Afghanistan, il generale David Petraeus, ha elogiato "il coraggio e l'altruismo" dimostrato dai soldati italiani porgendo le sue condoglianze per i 4 militari rimasti uccisi. "Questi soldati erano impegnati nell'ambito della coraggiosa forza italiana che sta compiendo i propri sforzi presso il Regional Command West", ha detto Petraeus. "Il loro impegno coraggioso e altruista non sarà dimenticato, mentre siamo impegnati a sconfiggere una rivolta che vuole privare il popolo afghano della sicurezza e della stabilità, facendo tornare questo Paese ancora una volta un santuario per i terroristi", ha aggiunto Petraeus. "La sofferenza  del cuore è immensa e indescrivibile. Siamo veramente confusi e inquieti". Mons.Vincenzo Pelvi, ordinario militare per l'Italia, esprime "smarrimento" per l'attentato nel quale hanno perso la vita i nostri quattro militari, uomini andati in Afghanistan "al servizio della sicurezza internazionale anche perché dalla sicurezza internazionale dipende la concordia e la tranquillità nella nostra nazione".
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