L'esilio a cinque stelle dei militanti palestinesi
di Redazione
Gli ergastolani, una parte dei 250 liberati da Israele, sono ospitati al Renaissance Cairo Mirage City: dovranno essere spediti in Paesi terzi perché considerati troppo pericolosi
Centocinquantaquattro militanti palestinesi rilasciati da Israele, in base all'accordo di cessate il fuoco di Gaza, soggiornano al Renaissance Cairo Mirage City, hotel a cinque stelle della capitale egiziana a meno di un'ora dalle Piramidi. Sono parte dei circa 250 prigionieri condannati all'ergastolo liberati nell'ambito del piano di pace ma considerati talmente pericolosi da essere espulsi da Gaza e Cisgiordania.
L'ha scoperto il quotidiano britannico Daily Mail grazie ad alcuni giornalisti in incognita che hanno prenotato camere nell'hotel. Il quotidiano pubblica pure foto degli ex detenuti e descrive il loro soggiorno di lusso nel resort, dotato di spa, piscina e palestra. A circolare tra ignari ospiti dell'albergo di lusso ci sono personaggi del calibro di Mahmoud Issa, 57 anni, fondatore dell'Unità Speciale 101 delle Brigate Izz a-Din al-Qassam, l'unità delle forze speciali di Hamas specializzata in rapimenti. La sua incarcerazione era stato motivo di particolare protesta per il capo di Hamas, e mente del 7 ottobre, Yahya Sinwar.
O il membro dell'Isis Izz a-Din al-Hamamrah, 47 anni, che reclutava attentatori suicidi e pianificava dirottamenti. Non è chiaro chi abbia pagato il soggiorno al Mirage City Hotel ma il costo del soggiorno, che viaggia sui 200 euro a notte a camera, porterebbe il conto giornaliero sopra i 30.000 euro. Un costo, ipotizza il Daily Mail, che solo la Turchia e il Qatar potrebbero sostenere. La catena Marriot, a cui l'hotel appartiene, non ha commentato, ma alcuni degli ex detenuti potrebbero dopo il soggiorno al Cairo essere trasferiti proprio in Qatar e Turchia, o in Tunisia. La notizia del soggiorno ha conquistato ampio spazio su media israeliani. Israele si era a lungo opposto al rilascio degli ergastolani ma alla fine aveva acconsentito per garantire il ritorno degli ultimi 20 ostaggi detenuti ancora a Gaza.
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