Congo e i ribelli M23 firmano per l'ennesima volta la pace
di Redazione
Si tratta comunque solo di un accordo quadro, che apre la strada a un'intesa per la pace. Che aveva già data per fatta mesi fa Trump
Un'altra pace di Trump, "venduta" per fatta mesi fa è ancora pericolante. Al punto che so o ora la Repubblica democratica del Congo e il gruppo ribelle Movimento 23 Marzo (M23) hanno firmato in Qatar un accordo quadro (dopo averne buttato per aria almeno un paio dopo l'accettazione invece da parte del Ruanda), aprendo la strada a un futuro patto di pace volto a porre fine al conflitto nell'est del Paese. Il documento è stato firmato dai rappresentanti di entrambe le parti durante una cerimonia tenutasi a Doha, la capitale del Qatar, che ha svolto ancora una volta il ruolo di mediatore nei colloqui dallo scorso aprile, secondo quanto riportato dai media locali. Tuttavia, il testo non costituisce ancora un accordo di pace definitivo, ma stabilisce piuttosto la metodologia e la tempistica per i prossimi negoziati. Entrambe le parti hanno confermato nel testo la cessazione delle ostilità e ribadito il loro impegno a rilasciare i prigionieri, in linea con i meccanismi già concordati nelle successive riunioni tenutesi a settembre e ottobre. L'accordo quadro prevede anche l'elaborazione di otto protocolli, che dovranno essere negoziati nelle settimane successive alla firma e che affronteranno le cause "alla radice" del conflitto.
Come ha spiegato il rappresentante dell'M23 dopo la cerimonia, questi protocolli fungeranno da capitoli da sviluppare "in seguito" e dovranno essere negoziati e firmati in sequenza fino a raggiungere un accordo di pace globale.
"L'accordo quadro firmato non include alcuna clausola vincolante; ciò significa che non ci saranno cambiamenti nella situazione sul campo o in alcuna attività di alcun tipo finche' ogni protocollo non sarà stato dibattuto, negoziato e discusso, uno dopo l'altro, fino alla conclusione definitiva di un accordo di pace globale", ha sottolineato. Da aprile, il Qatar ha ospitato diversi cicli di colloqui diretti tra il governo congolese e l'M23, che hanno portato alla firma, il 19 luglio, di una dichiarazione di principi per porre fine ai combattimenti. In quel documento, entrambe le parti si impegnavano ad attuarne le disposizioni entro il 29 luglio e ad avviare i negoziati sull'accordo finale entro l'8 agosto, con firma prevista per il 18 - scadenze che alla fine non sono state rispettate. Inoltre, il 14 ottobre, la RDC e l'M23 hanno firmato un accordo a Doha per monitorare un potenziale cessate il fuoco, rappresentando un significativo passo avanti nei colloqui. Il conflitto nel Congo orientale si è aggravato alla fine di gennaio, quando l'M23, sostenuto dal Ruanda - secondo le Nazioni Unite e diversi paesi occidentali - ha preso il controllo di Goma, la capitale del Nord Kivu; e, settimane dopo, di Bukavu, la capitale del vicino Sud Kivu. Le prospettive di una soluzione negoziata del conflitto sono state ravvivate con la firma a Washington, il 27 giugno, di un accordo di pace a livello ministeriale tra la RDC e il Ruanda, nonché con la dichiarazione di principi adottata dall'M23 e dal governo congolese. Dal 1998, la parte orientale della RDC e' vittima di un conflitto alimentato da gruppi ribelli e dall'esercito, nonostante l'intervento della missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite, la Monuscao.
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