Il Battesimo, le Comunioni: il Natale di Gaza inizia con il cardinale Pizzaballa

Il patriarca in visita alla comunità cristiana della parrocchia della Sacra Famiglia: gli abbracci coi fedeli, il sorriso e le canzoni dei bambini
December 19, 2025
Il cardinale Pizzaballa al suo arrivo alla parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza
Il cardinale Pizzaballa al suo arrivo alla parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza
La gioiosa anticipazione del Natale per la Sacra Famiglia di Gaza City. Oggi il patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pier Battista Pizzaballa, è tornato a fare visita ai 400 cristiani rifugiati nella parrocchia. L’ultimo suo viaggio nella Striscia risale ai primi giorni di agosto. Due settimane prima, il 17 luglio, un «errore di tiro» dell’esercito israeliano aveva colpito la chiesa, uccidendo tre persone e ferendone dieci. Oggi la comunità cattolica della parrocchia ha accolto con grande entusiasmo il ritorno del cardinale Pizzaballa, accompagnato dal vicario patriarcale latino monsignor William Shomali e da una piccola delegazione. Sotto il grande telone, e un cielo libero dalle bombe, si sono susseguiti i discorsi di benvenuto dei fedeli, l’intervento del parroco Gabriel Romanelli, i piccoli spettacoli di canto e danza tradizionali dei bambini, simbolo della caparbietà con cui la minoranza cristiana ha risposto all’orrore della guerra e all’angoscia della fragile tregua. Un momento di gioia e speranza, seguito dagli incontri con cui il cardinale Pizzaballa, spiega una nota del Patriarcato latino di Gerusalemme, «esaminerà la situazione attuale della parrocchia, compresa la risposta umanitaria, gli interventi di soccorso, la riabilitazione in corso e le prospettive per il periodo futuro. Incontrerà il clero locale e i parrocchiani per ricevere aggiornamenti sulle esigenze della comunità e sulle iniziative in atto per sostenerli».
Un legame, quello del Patriarcato con la Sacra Famiglia, che ha attraversato, consolidandosi, i momenti più bui del conflitto. Solo la fase iniziale della guerra, nel dicembre 2023, aveva impedito al cardinale di essere presente per le celebrazioni del Natale. Oggini, come di consueto a Gaza, presiederà la Messa natalizia, in anticipo rispetto al 24 quando sarà impegnato a Betlemme per il tradizionale appuntamento di mezzanotte. Sarà, anche dopo la partenza del patriarca, un Natale di “doni” per la Sacra Famiglia. Verrà battezzato il piccolo Marco, di pochi mesi, e ci saranno sette Prime Comunioni, ha fatto sapere in un’intervista al Sir padre Romanelli, prete argentino che con coraggio ha protetto per oltre due anni quanti avevano trovato riparo fra le mura della Sacra Famiglia. Perfino quando gli ordini di evacuazione israeliani intimavano alla sua comunità di abbandonare Gaza City per i campi profughi i del sud. Sono rimasti uniti, incoraggiati dalle telefonate quotidiane di papa Francesco e dai continui messaggi di affetto e vicinanza di papa Leone.
«La guerra fa sentire la durezza e per questo non ci saranno grandi festeggiamenti all’esterno. Ciò che faremo per Natale sarà una liturgia curata, accompagnata dai canti natalizi a più voci. I bambini stanno allestendo alcune scene del Presepe vivente. Dopo la Messa del 25 saranno distribuiti dei piccoli dolci e del cioccolato, tutto quello che siamo riusciti a trovare al mercato. In questi giorni, grazie all’aiuto del Patriarcato, abbiamo aiutato migliaia di famiglie che vivono qui vicino, abbiamo distribuito un cartone di uova, un pollo a famiglia, coperte e vestiti», racconta padre Romanelli, che insieme ai due confratelli dell’Istituto del verbo incarnato, padre Carlos e padre Yousef, e alle sei suore residenti nella parrocchia, continuerà come sempre a fare visita ai malati, agli anziani e ai disabili.
Un altro momento di commozione durante la visita di Pizzaballa alla Sacra Famiglia / Vatican News  
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