giovedì 3 novembre 2022
L'uccisione nella periferia città di Zahedan, teatro di una delle più sanguinarie repressioni della polizia dall'inizio delle manifestazioni contro il regime
Iran, ucciso un imam. La polizia spara sui manifestanti
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Un imam sciita è stato ucciso nelle manifestazioni di protesta antigovernativa a Zahedan, città iraniana a maggioranza sunnita che fu teatro, lo scorso 30 settembre, di una violenta repressione della polizia che lasciò a terra almeno 66 cadaveri. L'imam, Sajjad Shahraki, è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco. Il capo della polizia della provincia del Sistan-Beluchistan, Ahmad Taheri, ha detto che "è stata formata una speciale task force per identificare e arrestare gli assassini".

A Zahedan, il 30 settembre, venne messa in atto una sanguinaria repressione, tanto da portare al licenziamento del capo della polizia locale. Anche un leader religioso sunnita aveva duramente criticato il comportamento degli agenti affermando che le autorità, inclusa la guida suprema Ali Khamenei, ne erano responsabili "davanti a Dio".

L'area di Zahedan, nella provincia del Sitan-Baluchistan vicino alle frontiere sudorientali con Pakistan e Afghanistan, è una delle più povere del Paese abitata dalla minoranza Baluchi, circa 2 milioni di persone che da decenni subiscono discriminazione e repressione da parte di Teheran.

A sette settimane dall'inizio delle proteste per la morte della giovane Mahsa Amini, arrestata perché non indossava correttamente il velo e morta in detenzione il 16 settembre, la rivolta percorre tutto l'Iran.

Nei pressi della capitale, un paramilitare basij è stato accoltellato a morte e tre agenti sono rimasti gravemente feriti, mentre le forze di sicurezza lanciavano granate assordanti dagli elicotteri. I dimostranti si erano radunati a Karaj, nel 40mo giorno dalla morte della giovane manifestante Hadis Najafi. L'agenzia di stampa ufficiale Irna ha twittato che le forze dell'ordine sono state attaccate e ha pubblicato un video che mostra una camionetta della polizia schiantata contro una barriera di cemento su una strada. Non è chiaro cosa abbia causato l'incidente, ma i video hanno mostrato manifestanti lanciare sassi contro il veicolo e un uomo aprire il fuoco contro il mezzo all'interno del quale c'erano almeno tre feriti.

Stando ai video pubblicati sui social, "far volare il turbante" ai mullah sarebbe diventata una nuova forma di protesta. Si diffondono video di giovani che quando incontrano un religioso per strada, gli si avvicinano velocemente, danno un forte colpo al suo tradizionale copricapo, lo fanno cadere e scappano. Si tratta di un'altra forma di contestazione ai simboli della Repubblica islamica e della leadership religiosa del Paese, dopo le donne che bruciano l'hijab in strada contro l'obbligo di coprirsi il capo.

Come riporta il quotidiano tedesco Der Spiegel, il governo di Berlino ha invitato i cittadini tedeschi a lasciare l'Iran alla luce del "rischio concreto di essere arrestati arbitrariamente, interrogati e condannati a lunghe pene detentive". Chi è in possesso di doppia cittadinanza iraniana e tedesca "è particolarmente a rischio", ha avvertito il ministero degli Esteri.

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