lunedì 15 ottobre 2018
L'Europa non cede sulla richiesta al premier May di mantenere il Nord Irlanda dentro il mercato unico. E il dialogo rischia di interrompersi
Il ministro britannico per l'uscita dalla Ue Dominic Raab e il negoziatore europeo Michel Barnier

Il ministro britannico per l'uscita dalla Ue Dominic Raab e il negoziatore europeo Michel Barnier

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Certo Theresa May avrà sperato che il suo inviato a Bruxelles sarebbe tornato oggi con un regalo per quella che potrebbe essere la settimana decisiva per la Brexit e per la sua sopravvivenza come premier.

Ma Dominic Raab, ministro per l'uscita dal Regno Unito dall'Unione Europea, è tornato a mani vuote perché i due lati di questo dialogo, che potrebbe interrompersi per sempre e senza punto di ritorno il prossimo 29 marzo 2019 quando la Gran Bretagna lascerà l'Unione, sono fermi sul solito, insuperabile nodo. Quel backstop, polizza di assicurazione con la quale l'Europa vuole imporre alla May di mantenere il nord Irlanda dentro il mercato unico, evitando sì un confine duro, senza controlli sulle merci, ma sottraendo, di fatto, un pezzo del territorio britannico a Londra. Per questo la soluzione è osteggiata dallo Dup, partito nordirlandese protestante, dai dieci voti del quale la premier dipende per sopravvivere in Parlamento.

La May si trova in una posizione quasi impossibile. Il suo partito non vuole accettare la proposta europea di mantenere la Gran Bretagna nell'unione doganale. È molto probabile che una rottura netta con la Ue, per la quale preme la parte più euroscettica del partito Tory, verrà affossata dal Parlamento, dove molti, sia Labour che Tory, sono contrari alla Brexit.

L'Ue, d'altra parte, ha detto no al piano Chequers della May che prevede un nuovo accordo doganale con Bruxelles e, insieme, la possibilità di avviare altri accordi commerciali indipendenti. Insomma prendere quello che conviene dal mercato unico e scegliere anche altri partner. Un'ipotesi impossibile per l'Europa per la quale la libera circolazione delle merci e delle persone deve essere accettata, nella sua integrità, da ogni membro.

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