mercoledì 2 ottobre 2019
L'Irlanda del Nord resterebbe soggetta alle normative comunitarie europee almeno fino al 2025. Ma dalle autorità irlandesi arrivano i primi no
Il premier britannico Boris Johnson prepara il suo discorso per il congresso di Manchester (Ansa)

Il premier britannico Boris Johnson prepara il suo discorso per il congresso di Manchester (Ansa)

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Il premier britannico Boris Johnson ha raggiunto un accordo segreto con il Partito unionista democratico (Dup) nordirlandese per un "blocco bilaterale" Belfast-Dublino in base a cui l'Irlanda del Nord, facente parte del Regno Unito, anche dopo la Brexit resterebbe soggetta alle normative comunitarie europee almeno fino al 2025 per prodotti agroalimentari e manufatti. Il Parlamento nordirlandese deciderebbe poi se conservare lo status quo, o adottare gli standard britannici.

Stando al Guardian questa sarà l'”offerta finale” di Johnson a Bruxelles per cercare un accordo sulla Brexit entro il 31 ottobre, pena l’interruzione dei negoziati. Per il premier, che illustrerà il piano oggi al congresso Tory di Manchester, si tratterebbe di un "compromesso equo e ragionevole" per evitare l’ipotesi di un’uscita di Londra dall’Ue senza accordo, con conseguenze potenzialmente caotiche per l'economia britannica.

Johnson spera che questa proposta basti a convincere Bruxelles a negoziare in vista del Consiglio europeo del 17-18 ottobre, e ritiene decisive le prossime 48 ore. Ma in realtà questa proposta, secondo cui l'Irlanda avrebbe "due frontiere per quattro anni" una volta terminato il periodo di transizione dopo il 2020 (controlli doganali tra le due Irlande e controlli regolamentari nel Mare di Irlanda che separa la Gran Bretagna dalla provincia nordirlandese), sarà accolta molto probabilmente dal gelo delle capitali Ue. Secondo una fonte del governo irlandese citata dall'emittente Rte, per Dublino, ad esempio, l'accordo raggiunto da Johnson non sarebbe accettabile.

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