mercoledì 7 ottobre 2020
Uno dei militanti è stato condannato per l'omicidio di un attivista antifascista. Il fondatore condannato, il 14 ottobre, a 13 anni di carcere. Scontri fuori dal tribunale
Manifestazioni di protesta ad Atene davanti al palazzo di giustizia. "In prigione i nazisti" recita il cartellone retto dalla ragazza

Manifestazioni di protesta ad Atene davanti al palazzo di giustizia. "In prigione i nazisti" recita il cartellone retto dalla ragazza - Ansa

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AGGIORNAMENTO DEL 14 OTTOBRE: il capo del partito di estrema destra greca Alba Dorata, Nikos Michaloliakos, è stato condannato a 13 di carcere ad Atene in quanto leader di una "organizzazione criminale". Il tribunale ha condannato all'ergastolo un membro del partito, Yorgos Roupakias, per l'assassinio del rapper antifascista Pavlos Fyssas nel 2013.

Alba Dorata dichiarato "organizzazione criminale"

Alba Dorata, il partito filonazista greco, è stato riconosciuto colpevole di aver agito come "un'organizzazione criminale". Yorgos Roupakias, uno dei suoi militanti, è stato condannato per l'omicidio di Pavlos Fyssas , un 34enne rapper greco e attivista antifascista ucciso il 18 settembre 2013 con due coltellate al cuore davanti a un bar della periferia ovest di Atene. L'assassino ha ammesso l'omicidio e ora rischia l'ergastolo.

Anche il fondatore e leader del movimento di estrema destra, Nikos Michaloliakos, è stato condannato per aver guidato un gruppo riconosciuto come fuorilegge. Negazionista della Shoah e ammiratore del nazionalsocialismo, il 62enne rischia una pena fino a 10 anni di carcere. Insieme a lui, sono stati giudicati colpevoli anche altri 6 dirigenti mentre 15 persone sono state ritenute responsabili di complicità nell'omicidio dell'attivista.

La sentenza della Corte d'Appello di Atene è arrivata dopo un processo durato 5 anni e mezzo. Gli imputati sono stati 68, di cui circa 20 ex deputati e esponenti di punta del partito. Dovranno affrontare pene che vanno dai 5 ai 15 anni. Il partito era stato fondato negli anni '80 come organizzazione neonazista e nel corso della crisi economica greca era diventato terza forza politica in Parlamento per poi andare in declino alle politiche del 2019. Le indagini hanno indicato che il partito agiva come gruppo paramilitare, con ordini pronunciati dalla leadership del partito e diretti a organizzazioni di quartiere e gruppi d'assalto che attaccavano i migranti ma anche attivisti di sinistra, spesso causando loro gravi ferite. Dal canto suo, Alba Dorata ha sempre negato qualsiasi legame diretto con gli attacchi e ha descritto il processo come una "cospirazione senza precedenti" volta a frenarne l'aumento di popolarità.

Al momento del verdetto, accolto in aula e fuori dagli applausi, sono scoppiati gli scontri tra la polizia e alcuni militanti radunati fuori dal palazzo di giustizia dove erano presenti cartelloni dagli slogan: "Non sono innocenti, nazisti in carcere". Gli agenti hanno usato gas lacrimogeni e un cannone ad acqua per disperdere un gruppo di dimostranti che ha attaccato le forze dell'ordine con bombe molotov ai margini della manifestazione con oltre 15mila persone, secondo le stime delle autorità. Nelle scorse settimane in tutta la Grecia c'era stata una forte mobilitazione perché si arrivasse a una condanna dell'intero movimento. "Abbiamo vinto una battaglia ma il fascismo non si batte così", ha detto la mamma del rapper ucciso, aggiungendo che "serve lottare".

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