mercoledì 30 novembre 2022
L'azienda si è impegnata per lo stabilimento di Bagnoli a non riattivare alcuna procedura di licenziamento collettivo fino al 30 settembre. L'Usb boccia l'intesa
Lo stabilimento della Wartsila

Lo stabilimento della Wartsila - Ansa

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Firmato la scorsa notte l’accorso sullo stabilimento di Bagnoli della multinazionale Wartsila, accordo che prevede che le attività proseguiranno fino al 30 settembre 2023. “Entro questa data l'azienda si impegna a non riattivare alcuna procedura di licenziamento collettivo – ha sottolineato l'assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen -. È contestualmente avviato un percorso di reindustrializzazione del sito per tutelare i posti di lavori dei dipendenti della Wartsila e dell'indotto".

L’intesa è stata siglata al tavolo avviato aperto per lo stabilimento triestino tra Wartsila talia, sindacati, Confindustria Alto Adriatico, Regione Friuli Venezia Giulia e ministero delle Imprese e del made in Italy. Rosolen ha chiarito che "per la Regione era fondamentale che l'accordo tracciasse un quadro di garanzia a difesa sia dei dipendenti sia di uno stabilimento strategico per lo sviluppo del Fvg e del Paese, di modo da avviare un percorso condiviso che porti alla reindustrializzazione del sito di Bagnoli della Rosandra". Soddisfazione anche dal ministro delle Imprese Adolfo Urso.

Wartsila dovrà presentare il piano industriale triennale, con le prospettive di sviluppo per le attività non interessate dalla cessazione e i relativi investimenti. L'accordo prevede infatti la "garanzia della vocazione industriale dello stabilimento di Bagnoli, che deve continuare a essere adibito a produzioni a elevato valore aggiunto, adeguate a valorizzare l'elevato livello professionale delle maestranze e a produrre ricadute positive sul territorio". Secondo l’assessore Rosolen, l’intesa consente a Regione e Governo di valutare con le parti sociali e Wartsila Italia il "possibile accesso agli ammortizzatori sociali conservativi per assicurare la prosecuzione dell'attività produttiva negli impianti di Bagnoli della Rosandra, mentre organizzazioni sindacali e Confindustria si attiveranno per assicurare gli ammortizzatori sociali ai lavoratori dell'indotto". Infine, il documento conferma l'intenzione di Wartsila di "mantenere in Italia le attività legate a ricerca e sviluppo e service del sito di Trieste".

Secondo il segretario Uilm di Trieste e Gorizia Antonio Rodà, “con la sigla di questo accordo si va verso una forma di ripresa della normalità. Seppure a tempo determinato. Ora è necessario più che mai che il Governo eserciti il proprio ruolo per fare in modo che le possibilità di reindustrializzazione diventino certezze”. Non ha sottoscritto l’intesa, invece, l’Unione sindacale di base, proclamando uno sciopero per venerdì. "Dopo una manifestazione con 15.000 persone in piazza, una mobilitazione straordinaria e continua da parte delle lavoratrici e dei lavoratori per difendere i propri posti di lavoro, ci sarebbe sembrato normale e anche doveroso che un qualsiasi accordo da sottoscrivere con Wartsila Italia Spa contenesse a chiare lettere la garanzia della salvaguardia totale dei posti di lavoro", sottolinea in una nota Sasha Colautti, dell' Esecutivo nazionale Usb.

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