L'
Unione europea si schiera
contro il traffico di
minerali "insanguinati", come
coltan e
tungsteno, i cui proventi alimentano troppo spesso gruppi di
feroci
guerriglieri nelle aree di conflitto del pianeta e che
servono a produrre
cellulari, computer, gioielli.
"Abbiamo raggiunto un accordo politico sugli obblighi legali
per la parte a monte della catena di rifornimento di questi
minerali, che includono fonderie e raffinerie", ha annunciato il
commissario europeo al commercio,
Cecilia Malmostrom, dopo la
riunione dei negoziatori di esecutivo Ue, Europarlamento e
Consiglio. "Alcuni aspetti tecnici rilevanti rimangono ancora da
definire, ma è un'intesa importante" ha spiegato Malmstrom. Secondo il commissario Ue,
questa nuova regolamentazione "prova che l'Unione europea, il
maggiore blocco commerciale al mondo, può fare scambi in maniera
responsabile".
L'intesa "avrà un enorme impatto sul terreno nelle aree dei
conflitti", promette a nome della presidenza di turno Ue
Lilianne Ploumen, ministro del Commercio estero olandese. "Il
nostro ruolo è quello di dare voce a persone che non possono
sedere a questi tavoli e anche ai consumatori che non vogliono
contribuire a conflitti senza saperlo" ha detto Ploumen."Si
tratta di un accordo importante anche nel contesto della crisi
dei migranti" ha aggiunto
Iuliu Winkler (Ppe), relatore romeno
dell'Europarlamento, ricordando che l'Ue "deve assistere le
persone sul terreno e distruggere gli incentivi che le spingono
a diventare migranti economici illegali". "L'Europa ha privilegiato i
profitti rispetto alle persone" ha commentato
Amnesty International. "L'accordo rappresenta un primo passo
nella giusta direzione, ma la legge alla fine rischia di fare
molto meno rispetto all'obiettivo", poiché prevede possibili
esenzioni per la "vasta maggioranza delle aziende europee" dalle
nuove regole.
"L'Ue ha obblighi internazionali di rispetto dei diritti umani
ma ha fatto solo metà strada in questo senso" ha detto
Iverna
McGowan, a capo dell'ufficio Ue di Amnesty International. "Gli
investitori e consumatori europei ancora non avranno nessuna
certezza che le aziende con le quali hanno a che fare abbiano
agito in maniera responsabile" aggiunge McGowan, secondo cui
"questa legge cambierà poco, troppo poco".
L'accordo politico prevede una revisione dopo due anni, per
verificare l'impatto delle nuove regole."Questa legge può solo
essere un primo passo, va attuata rapidamente in modo da
estenderla presto alle imprese che importano questi materiali
come parte di prodotti industriali" aggiunge
Maria van der Heide
di ActionAid. "Le comunità nelle aree colpite dai conflitti
saranno capaci di beneficiare delle proprie risorse e di essere
libere dalla violenza legata al commercio di minerali
'insanguinati' solo se tutte le aziende della catena di
produzione seguono pratiche di approvvigionamento responsabili"
conclude van der Heide.