giovedì 18 maggio 2017
Il presidente della Fondazione Bickel: applicare la dottrina sociale della Chiesa alle sfide del momento
Domingo Sugranyes Bickel alla guida della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontefice

Domingo Sugranyes Bickel alla guida della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontefice

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Tre giorni di dibattiti sulle 'alternative costruttive', da oggi a sabato, in Vaticano, promossi dalla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice. Domingo Sugranyes Bickel, presidente della Fondazione, spiega le ragioni di fondo dell’evento internazionale.

Il titolo è 'Alternative costruttive in una fase di sconvolgimenti globali'. Partendo dal 'costruire', qual è l’obiettivo della Fondazione?
Vorremmo 'costruire' attraverso il dialogo tra i membri della Fondazione portatori del proprio vissuto professionale insieme con economisti e ricercatori sociali cristiani, nell’intenzione di applicare la dottrina sociale della Chiesa alle sfide del momento, come il discernimento della responsabilità morale all’epoca dei robot e dell’intelligenza artificiale.

Quali sono le questioni centrali che saranno affrontate
nel convegno?
La disoccupazione, l’educazione e il futuro del lavoro nella rivoluzione digitale; la lotta contro la criminalità economica e il traffico di persone; le possibilità di incentivare i comportamenti di virtù e solidarietà nel-l’attività economica. In più abbiamo sessioni informative sulla riforma finanziaria intrapresa da Papa Francesco con il presidente dell’Autorità di Informazione Finanziaria René Brülhart e sull’attività della Santa Sede per la protezione delle minoranze religiose con Paul Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati.

Nell’era digitale quali prospettive riguardo l’occupazione
giovanile?
C’è incertezza al momento. Il fenomeno degli 'allarmi lavoro' è ricorrente nell’economia di mercato e forse questa volta - più che nelle altre rivoluzioni industriali - c’è davvero un’importante e rapida distruzione di posti di lavoro. Però altre occupazioni e altri tipi di contratti stanno emergendo, com’è già capitato. Gli ostacoli risiedono piuttosto nelle resistenze ai cambiamenti, negli errori e negligenze della gestione, in una protezione troppo rigidamente pensata per il ’posto di lavoro’, invece che per il lavoratore, nelle istituzioni e programmi educativi poco adatti. Una delle tematiche studiate dai gruppi locali della Fondazione è quella di u- na formazione professionale modernizzata e orientata ad una preparazione efficace di chi entra nel lavoro o ancora piú urgentemente per la riconversione di chi è stato dimesso per ragioni tecniche o economiche.

Il pensiero sociale cattolico come può incentivare la solidarietà e la virtù civile nella vita economica odierna?
I principi basati sulla dignità della persona, la solidarietà, il destino universale dei beni, la partecipazione, offrono una guida attuale dato che l’ideologia economicista e la corsa all’utile immediato sono in crisi. Per rendere questi principi convincenti è necessario moltiplicare le ricerche e i dibattiti sulla loro applicazione concreta. Questo è lo scopo del Premio ’Economia e Società’ assegnato ogni due anni ad un libro - quest’anno anche a due giornalisti - per aver dato un contributo innovativo all’applicazione della Dottrina sociale della Chiesa.

Come la Fondazione sta portando avanti l’invito rivolto da Papa Francesco lo scorso anno di «contribuire
a nuovi modelli di progresso economico più chiaramente diretti al bene comune universale»?
Prendiamo problemi urgenti ed analizziamo come a questi si può applicare la lente dei principi cristiani. Cerchiamo anche di vedere cosa noi possiamo fare per creare nuove reti di solidarietà come la Voluntary Solidarity Fund, nata dai dibattiti della Fondazione. Si tratta di una nuova ’charity’ internazionale con sede a Londra, finalizzata ad appoggiare progetti nei quali persone, famiglie e gruppi sono aiutati ad uscire dalla precarietà con le proprie forze e la propria capacità imprenditoriale.

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