giovedì 29 giugno 2017
Secondo una ricerca dell’Isnart, pesa sull’economia nazionale l'1,5% sul totale dei flussi turistici, per un totale di 5,6 milioni di presenze e può generare nuova occupazione
Vaticano e Roma sono tra le mete più ambite dai turisti

Vaticano e Roma sono tra le mete più ambite dai turisti

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«Il turismo religioso ha un target attuale, molto vivo e offre numerose prospettive di crescita. Si tratta di capire i cambiamenti e intercettare le richieste individuali per tarare le offerte sui bisogni effettivi». Lo ha dichiarato Nicola Ucci, patron della Borsa Turismo Religioso Internazionale (Btri) che si è svolta a Roma.

Alla manifestazione hanno partecipato 60 operatori provenienti da 14 Paesi - Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Inghilterra, Irlanda, Norvegia, Polonia, Russia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ungheria e Usa - oltre che da varie parti d’Italia (Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto) e 120 venditori italiani ed esteri.

Questo particolare tipo di turismo può generare anche nuova occupazione. Secondo il Wto (l'Organizzazione mondiale per il commercio), per esempio, sono oltre 300-330 milioni i "turisti religiosi" nel mondo, con un notevole giro di affari (stimato in oltre 18 miliardi di dollari) e con tendenza crescente verso località considerate sacre o con ricco patrimonio culturale, storico, artistico, sia in Europa che in altri Continenti. L'Italia è certamente una delle destinazioni principali dei flussi turistici mondiali, considerando la presenza del Vaticano e di Roma, insieme ad altre realtà quali per esempio Assisi, Loreto, Padova, Pompei, San Giovanni Rotondo. Del resto l'offerta religiosa del Bel Paese si sostanzia di circa 1.500 santuari, 30mila chiese, 700 musei diocesani, oltre che di tantissimi monasteri e conventi. In tutti questi luoghi si concentra gran parte del patrimonio culturale - e artistico - italiano ed essi rappresentano tappe fondamentali sia per i pellegrinaggi che per il turismo culturale e religioso. Un'enorme opportunità dal punto di vista economico e occupazionale.

Secondo una ricerca dell’Isnart, in Italia il turismo religioso pesa sull’economia nazionale l'1,5% sul totale dei flussi turistici, di cui il 2% sulla domanda internazionale e l’1,1% sui turisti italiani, per un totale di 5,6 milioni di presenze turistiche (di cui 3,3 milioni di presenze straniere e 2,3 milioni di presenze legate al mercato italiano).

«Gli itinerari religiosi - spiega Mara Valdinosi della Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato - sono interessanti dal punto di vista culturale e storico ai fini educativi e scolastici e possono portare posti di lavoro e occupazione in zone a rischio di spopolamento. Per questo dobbiamo impegnarci per inventare nuove vie di sostenibilità economica e incentivare le offerte per chi sceglie questo tipo di turismo che può diventare
un’importante occasione di sostegno economico per le economie locali».

I turisti stranieri sono circa il 60% del comparto: il 45,3% proviene dall’Europa e il 14,9% dai Paesi extraeuropei. Nello specifico il 45,3% arriva dall’Europa e il 14,9% dai Paesi extraeuropei.

Da una indagine più analitica si evidenzia come i principali fruitori sono gli adulti: il 41,4% tra i 30 e i 50 anni, il 44,4% dei turisti che raggiunge le località italiane per motivazioni religiose utilizzano i tour operator e le agenzie di viaggio. Il 32,7% preferisce viaggiare in compagnia del proprio partner, il 20% sceglie un tour organizzato, il 19,7% un gruppo di amici, il 13,3% la famiglia, mentre il 9,8% viaggia da solo.

Il pellegrino viaggia principalmente in bassa stagione e spende mediamente 51 euro al giorno: gli italiani spendono di più degli stranieri (rispettivamente 59 euro e 46 euro).

I turisti che scelgono mete a carattere religioso sono per il il 32,7% accompagnate dal proprio compagno per il 20% invece fa parte di un tour organizzato ed in alternativa è accompagnato da un gruppo di amici (19,7%), mentre solo il 13,3% sceglie di muoversi con la famiglia, solo il 9,8% viaggia da solo. La motivazione religiosa, che rappresenta la principale ragione di scelta del soggiorno (71,9%) è unita al desiderio di partecipare ad eventi di natura spirituale (37%).

Fra le altre motivazioni troviamo che il 42,4% dei turisti sceglie le località italiane anche per la ricchezza del
patrimonio artistico e monumentale
, mentre il 26,3% esprime il desiderio di conoscere nuovi luoghi, e il 21,1% intende conoscere gli usi e costumi della popolazione locale.

«La Borsa si conferma un evento importante per la valorizzazione del patrimonio religioso e culturale, binomio inscindibile a cui guardare con favore per chi lavora in campo turistico - conclude Paolo Proietti, presidente nazionale del Cits, Centro italiano turismo sociale -. Per quanto riguarda il lavoro, ogni struttura potrebbe essere gestita mediamente da tre persone. Il turismo religioso ha bisogno soprattutto di personale qualificato, in particolare per gli addetti all'accoglienza. Devono conoscere le nuove tecnologie e l'inglese, oltre al territorio e ai servizi da offrire agli ospiti».

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