mercoledì 13 luglio 2011
Il ministro dell'Economia interviene all'assemblea dell'Abi e assicura: «Decreto approvato entro venerdì». Poi avvisa: «La crisi è ancora tra noi». Il governatore di Bankitalia chiede ulteriori riduzioni della spesa pubblica. Gli avvocati del Pdl: «Non votiamo la manovra se resta la norma anti-ordini». Ma in serata si trova l'accordo.
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"ll decreto per il pareggio di bilancio sarà rafforzato su tutto il quadriennio e approvato entro venerdì". Lo ha annunciato il ministro dell'economia Giulio Tremonti all'assemblea dell'Abi. Più tardi la conferma: il testo sarà votato in via definitiva alla Camera venerdì alle 19. Tremonti ha aggiunto che la manovra "sarà accompagnata da chi si prende la responsabilità di averla presentata", smentendo indirettamente le voci di sue dimissioni. Il ministro ha poi ammonito: "Tutto quello che ha causato la crisi è ancora presente, niente di quello che doveva essere fatto è stato fatto". E ha aggiunto che tutto ciò che ha caratterizzato la crisi "è ancora tra di noi ed è anche peggio". Per uscire dal tunnel bisognerà anche "accelerare le privatizzazioni". Per questo il decreto sulla manovra conterrà una spinta in questa direzione. "Entro sei mesi il campo delle attività, se non prevedi niente di diverso, è libero. È una norma europea - ha spiegato il ministro all'assemblea dell'Abi - scritta in inglese che noi abbiamo tradotto e che - ha concluso il Ministro - ho come l'impressione che entrerà nel decreto". Dopo Tremonti è intervenuto Mario Draghi, che ha sottolineato l'urgenza della manovra. "Occorre definire in tempi rapidissimi il contenuto delle misure ulteriori volte a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014: a questo soprattutto guardano i mercati". Il governatore di Bankitalia ha aggiunto che il ricorso alla delega fiscale e assistenziale per completare la manovra nel 2013-14, se non si incide anche su altre voci di spesa, "non potrà evitare un aumento delle imposte".   Secondo Draghi, alla correzione degli squilibri di finanza pubblica "si deve accompagnare un innalzamento del potenziale di crescita della nostra economia, mediante la messa in campo tempestiva di politiche strutturali incisive e credibili".AVVOCATI PDL IN RIVOLTAÈ in corso all'interno del Pdl una raccolta delle firme per protestare contro la manovra da domani al voto del Senato (al momento sarebbero circa un'ottantina). "Fino a quando non verrà tolta la norma che abolisce gli ordini professionali, noi il testo - assicura un avvocato del Pdl - non la voteremo mai dovesse anche cadere Tremonti". In serata però è stato trovato un accordo: "È stata raggiunta l'intesa tra maggioranza e governo sull'emendamento relativo alla liberalizzazione delle professioni" ha detto il ministro per i rapporti con le Regioni Raffaele Fitto, lasciando lo studio del presidente del Senato Renato  Schifani dove sono rimasti i ministri Giulio Tremonti e Paolo Romani, insieme al relatore della manovra correttiva Gilberto Picchetto Frattin per gli ultimi ritocchi e per definire il nuovo emendamento sugli ordini professionali, che dovrebbe contenere una distinzione tra gli ordini che sostengono l'esame di Stato e quelli che non lo sostengono.Un'altra norma contro la quale si stanno alzando le barricate tra i berlusconiani è quella che renderebbe incompatibile l'incarico di parlamentare con quello di sindaco o di presidente di provincia. Solo alla camera gli 'interessatì sarebbero 9 presidenti di provincia e 6 sindaci. "E state pur certi - si assicura ancora nel Pdl - che anche quella norma deve saltare se vogliono che votiamo la manovra".
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