martedì 4 settembre 2018
Dai contrasti sulla governance alla concorrenza di Iliad, molti i fattori di rischio. E Paribas rivede il giudizio al ribasso
Martedì nero in Borsa: il titolo cede il 6% e viene sospeso
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Martedì nero per Tim a Piazza Affari: il titolo, nettamente il peggiore tra quelli ad elevata capitalizzazione della Borsa di Milano, ha avuto un vero e proprio crollo. In progressivo e forte calo dall'avvio della seduta, è stato sospeso in asta di volatilità ed è rientrato agli scambi toccando un calo del 6% a 0,522 euro, correggendo ancora i minimi degli ultimi 5 anni. Molto forti gli scambi: sono passate di mano 130 milioni di azioni contro una media quotidiana dell'ultimo mese di Borsa di 82 milioni.

Sul gruppo pesano le incertezze di governance dovute allo scontro tra i due azionisti principali (Vivendi ed Elliott), quelle sulla possibile revisione delle concessioni da parte del governo gialloverde che potrebbe riguardare anche le frequenze delle telecomunicazioni e la concorrenza crescente, in particolare quella di Iliad che ad agosto ha raggiunto in Italia un milione e mezzo di clienti facendosi largo tra i tradizionali competitor.

L'odierno scivolone di Tim è causato anche da un report di Exane Bnp Paribas che ha abbassato da 'neutral' a 'underperform' il giudizio sul titolo, con il prezzo obiettivo drasticamente tagliato da da 0,55 a 0,38 euro. Si tratta del target price più basso tra gli analisti inseriti nel 'consensus' di Bloomberg, ma il periodo di debolezza di Tim prosegue da tempo: da inizio maggio sta perdendo quasi il 40%. Exane nel suo report definisce il principale gruppo delle telecomunicazioni italiano come una possibile "trappola di valore" (value trap) e giudica ancora sottostimato l'impatto negativo che Open Fiber potrà avere sulla redditività della banda larga. Il report è stato preparato prima che Iliad fornisse il dato dei suoi clienti in Italia, generando una "tempesta perfetta" sul titolo Tim, come l'hanno detinita alcuni operatori di Piazza Affari.

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