venerdì 22 gennaio 2021
Sui titoli di Stato italiani pesa soprattutto l'incertezza politica per la crisi di governo. Lo spread sale ai massimi da novembre. Borse in discesa
Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri in una foto dello scorso 8 gennaio

Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri in una foto dello scorso 8 gennaio - Ansa

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Sono giorni complicati per i titoli di Stato italiani. Il rendimento dei Btp a 10 anni questa mattina è salito allo 0,70%. Nel giro di due giorni il tasso dei Btp è salito di più di 15 punti (era allo 0,55% giovedì mattina), riportandosi al livello più elevato dallo scorso novembre. Anche la distanza dai Bund tedeschi si sta allargando: lo spread è arrivato a toccare i 120 punti, anche in questo caso il livello più alto da novembre.

Questo brusco rialzo si spiega con più fattori. Quello principale è la crisi di governo. Secondo gli analisti di Rabobank la prospettiva di nuova incertezza politica in Italia, con la possibilità di elezioni anticipate, sta spingendo gli investitori a vendere Btp per comprare titoli più “tranquilli”. Il secondo fattore principale è quanto detto dalla Banca centrale europea giovedì: pur non avendo cambiato la politica monetaria, il presidente Christine Lagarde ha chiarito che non è obbligatorio utilizzare tutti i 1.850 miliardi di euro a disposizione del Pepp, il piano di acquisto di titoli pubblici e privati in chiave anti-pandemia. Un’eventuale riduzione degli acquisti indebolirebbe l’enorme protezione che la Bce sta garantendo ai Btp.

La difficoltà dei Btp si inserisce poi in un contesto generale di mercato negativo: oggi le Borse stanno segnando perdite nell’ordine dell’1-2% principalmente a causa dei dati che mostrano il rallentamento delle principali economie negli ultimi mesi del 2020.

Nonostante questo rialzo, il tasso dei Btp resta molto basso rispetto ai tempi “normali”: un anno fa il rendimento dei titoli a 10 anni era sopra l’1,2% e soltanto lo scorso settembre è sceso sotto l’1%.

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