martedì 13 marzo 2018
Puntare di più sull'ostricoltura per l'economia del settore ittico in Italia potrebbe portare a ridurre le importazioni proponendo un prodotto di altissima qualità
Dalle ostriche una "perla" di lavoro
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«Il settore ostreicolo in Italia è sicuramente in crescita e offre delle grandissime possibilità anche in chiave export oltre che per sopperire alla domanda interna. Le problematiche più grosse che si possono incontrare sono la burocrazia e la mancanza di figure professionali adeguate, anche se personaggi del calibro di Alessio Greguoldo a Scardovari nel delta del Po e Alessandro Gorla a San Teodoro in Sardegna lasciano ben sperare per il futuro». Lo sostiene Armando Tandoi, giovane imprenditore del settore agroalimentare.

Puntare di più sull'ostricoltura per l'economia del settore ittico in Italia potrebbe portare a ridurre le importazioni proponendo un prodotto di altissima qualità. Purtroppo sono ancora molte le aziende che acquistano un prodotto allevato in Francia per poi ultimare la crescita in Italia al fine di rivenderlo come italiano, ma non è sufficiente. «Fortunatamente - spiega l'imprenditore - le realtà produttive in Sardegna e nel delta del Po ci spingono a confidare nella possibilità di poter offrire un prodotto italiano di eccellenza altamente competitivo anche nel mercato estero. Serve tecnica, passione e voglia di fare».

Ribattezzato nell’ambiente legato alle ostriche “oyster man” (l'uomo dell'ostrica), Tandoi è general manager della Oyster Oasis, azienda fondata con Corrado Tenace, tra i massimi esperti italiani di ostriche, responsabile della comunicazione e delle vendite e Geoffroy Garnier, con un’esperienza decennale nel settore per portare sulle tavole italiane i grandi cru dell’ostricoltura mondiale.

Tandoi, 35 anni, di origini pugliesi, racconta il suo incontro con le ostriche così come si racconta di un evento fatale che lo ha portato a essere tra i fondatori di un’azienda innovativa, che attualmente vanta il più ampio parco ostriche in Italia. Armando ha imparato tutto ciò che è possibile conoscere su questi preziosi molluschi, unendo lo studio, la sperimentazione e i viaggi nelle terre dell’ostrea. Oyster Oasis annovera tra i suoi clienti numerosi grandi chef, catene alberghiere e ristoranti stellati, a testimoniare l’eccellenza delle materie prime, ai quali offre un servizio di consulenza e formazione a 360 gradi.

«Il “merroir”, le metodologie di allevamento in relazione al “merroir” e il savoir faire - conclude Tandoi - sono tutti elementi indispensabili e concatenati per ottenere ed esaltare l'eccellenza nel comparto dell'ostricoltura. Così Oyster Oasis percorre le strade della comunicazione e della sperimentazione per portare nel mondo l'arte dell'allevamento delle ostriche che parte da una profonda conoscenza del mare e dei suoi abissi. Sono oltre 200 i tipi di ostriche che oggi Oyster Oasis porta sui piatti di tutto il pianeta. Sapide, dagli aromi intensi, carnose, insuperabilmente croccanti, le ostriche rappresentano un cibo degli dei dagli albori dell'umanità fino ai giorni nostri, passando dai tempi della Roma di Nerone quando navi cariche di ostriche arrivavano nella Capitale dell'Impero dalla Britannia per la gioia dei raffinati palati dei romani facoltosi dell'epoca. Ma nel Medioevo divennero cibo proibito».

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