sabato 24 gennaio 2015
Parte la Laika, con un nuovo impianto da 40 milioni. Ma pure Lidl, Porsche (5mila chiamate entro il 2019) e Bosch stanno reclutando nuovo personale.
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L'Italia non fa più paura e le aziende tedesche sono pronte ad assumere. Una delegazione, guidata dal presidente della Camera di commercio italo-germanica (Ahk), Erwin Rahue, ha incontrato ieri mattina la cancelliera Angela Merkel in occasione dell’incontro bilaterale italo-tedesco di Firenze e le ha portato questo messaggio di ritrovata fiducia. I manager tedeschi hanno espresso a Rahue, che è anche amministratore delegato di Basf Italia e responsabile del gruppo in Sud-Europa, un «giudizio unanime favorevole».Con lui erano presenti i vertici di big come Bmw, Deutsche Bank, Commerzbank, Volkswagen, Lufthansa, Bayer, Bosch e Thyssen. Tra gli assenti i responsabili della Laika (gruppo Hymer, colosso teutonico del settore ricreativo), che è stata però una delle prime a dar fiducia al Paese, ponendo lo scorso giugno la prima pietra per un nuovo stabilimento in Toscana, con un investimento di 40 milioni di euro. L’impianto, che si affianca a quello già esistente di Tavernelle Val Pesa (Firenze), produrrà dal prossimo dicembre camper a marchio Laika che, all’interno del gruppo Hymer, si distinguono per la loro italianità: «Progettiamo e costruiamo i nostri veicoli autonomamente rispetto alla casa madre», spiega la portavoce. Lo stabilimento storico dell’azienda occupa attualmente 250 persone e, quanto ai nuovi assunti, li utilizzerà per «lo sviluppo del business», prosegue la portavoce.«Gli imprenditori tedeschi che ho incontrato mi hanno detto che ora possono assumere, non hanno più paura di costi incalcolabili, possono agire in modo più chiaro», ha detto la cancelliera. «Mi tranquillizza molto quello che avviene in Italia – ha aggiunto – ci sono riforme, si fanno passi importanti anche a livello psicologico». Secondo Rahue «è evidente che tra le cose che sono in movimento in 11 mesi poteva essere fatto di più e meglio, ma noi apprezziamo quello che è stato fatto, che si chiami Jobs act o riforma istituzionale oppure de-burocratizzazione».La cosa importante è che «non possiamo fermarci» in quanto l’Italia rimane svantaggiata rispetto ad altri Paesi. «Noi responsabili italiani delle aziende tedesche – ha confidato – molto spesso dobbiamo portare molte più argomentazioni dei nostri colleghi di altri Paesi per ottenere investimenti». Segnali concreti se ne sono visti, come «l’impegno di Volkswagen con Lamborghini e Ducati e di Thyssen con le acciaierie di Terni», ma per vedere qualcosa in più bisogna avere «il Jobs act con tutti i decreti attuativi e condizioni generali di ripresa», perché in Italia c’è ancora «capacità produttiva non completamente utilizzata».Tra le aziende tedesche che assumono c’è anche Lidl, una delle più importanti catene della grande distribuzione in Europa. Per il 2015 le opportunità non mancano per lavorare nei negozi del gruppo. Lidl seleziona periodicamente personale da inserire nei punti vendita e in sede e a marzo 2015 darà avvio a un programma di formazione affiancato all’inserimento, della durata di un anno, finalizzato all’assunzione di giovani neo laureati.Mentre Porsche, storico marchio del settore automobilistico appartenente al Gruppo Volkswagen, ha deciso di incrementare le risorse umane, con un progetto di crescita da 5mila assunzioni, da portare a termine entro il 2019. Previsti fino a 1.000 nuovi contratti l’anno per assumere personale, in particolare nelle aree sviluppo prodotto, produzione, vendite e servizi. E per restare nell’automotive, anche Bosch – l’azienda nata a Stoccarda nel 1886 che si occupa della produzione di componenti per autovetture – cerca personale da assumere in Italia presso le sue sedi.
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