martedì 15 novembre 2011
Il sindaco Burrafato: «Adesso le speranze sono riposte nel progetto Dr Motors. Un piano ambizioso che comunque non è in grado di garantire il reimpiego dei 2.200 addetti occupati tra Fiat e indotto».
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La storia della Fiat in Sicilia si chiuderà con un mese di anticipo. Lo stop alla produzione di auto nello stabilimento di Termini Imerese, che aveva costituito per quarant’anni il sogno industriale del Palermitano, arriverà il 23 novembre. Lo rendono noto i sindacati dopo la comunicazione ufficiale fatta dal Lingotto alle Rsu di Fim, Fiom e Uilm.In realtà, si tratta di una "morte lenta", cominciata oltre due anni fa, dopo la decisione dell’azienda torinese di non investire più su questo storico stabilimento, e continuata con bracci di ferro sindacali e istituzionali fino a oggi. Proprio in queste settimane, infatti, si stanno gettando le basi concrete del dopo Fiat a Termini, individuando nell’azienda molisana Dr Motor il punto di forza per il rilancio industriale del territorio.

Oggi gli operai della Fiat e dell’indotto, dopo un periodo di cassa integrazione, rientreranno in fabbrica per altri quattro giorni. Poi stop alle linee per l’assemblaggio della Lancia Ypsilon. Gli operai saranno messi in Cig fino al 31 dicembre. La notizia della chiusura arriva a due giorni dalla riunione al ministero delle Attività produttive tra Invitalia, sindacati e Dr Motor, pronta a rilevare la fabbrica. Fim e Uilm hanno dato l’ok all’accordo; la Fiom ancora no. Le reazioni del territorio lasciano emergere amarezza e disappunto. La cessazione anticipata della produzione, per il sindaco di Termini Salvatore Burrafato, «seppur annunciata da tempo, è certo una notizia drammatica, tanto più perché arriva quando ancora non è stata chiusa la trattativa avviata con Dr Motor. Questo annuncio conferma, accrescendo il rammarico, che lo stabilimento di Termini Imerese è l’unico a chiudere in Europa, a causa della crisi dell’auto del 2009». Adesso le speranze, aggiunge il primo cittadino, «sono riposte nel progetto Dr Motors. Un progetto ambizioso che comunque, non è in grado di garantire il reimpiego dei 2200 addetti, in atto occupati tra Fiat e indotto».Il progetto di Massimo Di Risio, infatti, che rileverà lo stabilimento, prevede la produzione della Dr3, una berlina 5 porte appartenente al segmento B (ossia Fiat Punto, Ford Fiesta) da proporre a un prezzo che oscilla tra gli 11 e i 13 mila euro. L’investimento previsto è di circa 130 milioni di euro e prevede una capacità produttiva, a regime nel 2016, di 60 mila veicoli, con il riassorbimento di 1.300 lavoratori ex Fiat. Ammessi da Invitalia per la reindustrializzazione dell’area termitana, ma con ben minori sbocchi occupazionali, anche la Lima Group, che produce elettromedicali e protesi sanitarie, e la Biogen, nel campo energetico e delle biomasse, per un totale di circa 200 posti di lavoro. Nel sito di Termini Imerese si insedieranno, inoltre, Medstudios (produzione tv) e Newcoop (piattaforma logistica per la grande distribuzione), per un’occupazione complessiva di ulteriori 150 addetti.

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