venerdì 8 dicembre 2017
Il colosso dell'arredamento crolla in Borsa dopo uno scandalo finanziario, la Bce aveva comprato i bond a luglio. Adesso rischia di diventare azionista
Le obbligazioni Steinhoff mettono la Bce nei guai
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Scoppia lo scandalo Steinhoff International, colosso del mercato dell’arredamento nato in Sud Africa e diventato un gigante retail attivo in Australia, Europa e Stati Uniti. La società mercoledì ha avviato una indagine su presunte irregolarità contabili e l’ad Markus Jooste si è dimesso con effetto immediato. La notizia ha scatenato un crollo del valore delle azioni e dei bond. Ma soprattutto potrebbe avere ripercussioni pesanti sulla Banca centrale europea che ha acquistato il bond della divisione europea della società (la Steinhoff Europe AG con sede in Austria) la scorsa estate nell’ambito del suo programma di stimolo (il quantitative easing) all’economia europea. Un incauto acquisto che rischia di mettere in discussione tutta la politica della Bce. Il titolo è crollato sulla borsa di Francoforte, bruciando più di 7 miliardi di euro in un giorno. A rendere il collasso più clamoroso il fatto che queste obbligazioni sono state emesse appena sei mesi fa e con un rating investment-grade molto positivo. Il crollo dei corporate bond con scadenza nel 2025, torna ad alimentare diversi interrogativi sul piano con cui la Bce di Mario Draghi, oltre ad acquistare titoli di stato dei paesi membri dell’Eurozona, fa shopping di diverse obbligazioni societarie. Dai dati di UBS emerge che la Bce è il detentore numero uno di questi bond. Un funzionario della Banca centrale europea conferma che l’istituto detiene “alcuni” di questi bond, senza precisarne la quantità (il limite è comunque pari al 70% delle obbligazioni emesse). Li ha acquistati a luglio, il mese in cui è avvenuta l’emissione per un valore di 800 milioni di euro.

Tutto nella norma, in realtà. Ma quanto è costato alla fine alla Bce questo investimento? E potrebbero esserci altri casi di acquisti poco ponderati? La Bce detiene le obbligazioni "senior" di Steinhoff, le ultime ad essere svalutate o convertite in azioni. Il problema, oltre che economico, è anche etico perché potrebbe ritrovarsi ad avere delle azioni di una società accusata di illeciti finanziari. Si troverebbe suo malgrado a diventare un rilevante azionista del gruppo, senza avere nessun mandato per farlo. Un pasticcio che fornisce munizioni ai critici che chiedono alla Bce di adottare criteri etici nella scelta della obbligazioni societarie da acquistare. L’argomento era stato sollevato lo scorso anno quando la Volkswagen, di cui la Bce detiene le obbligazioni, era stata accusa di aver imbrogliato nei test delle emissioni.

Lo scandalo contabile travolge direttamente il presidente Christo Wiese, il quarto uomo più ricco del Sud Africa e principale azionista di Steinhoff. Wiese prenderà il posto del dimissionario ceo Jooste diventando ceo a interim. La notizia dell’indagine non è del tutto nuova. É dal 2015 che Steinhoff è caduta nel mirino delle autorità investigative tedesche per presunti reati di natura fiscale. La novità ora è che la società - a cui fanno capo diverse aziende, come la catena francese di mobili Conforama, Mattress Firm degli Usa, e Poundland nel Regno Unito, e che ha 130.000 dipendenti in tutto il mondo - ha avviato una "indagine indipendente" che ha portato alle dimissioni del suo ad Jooste.

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