venerdì 12 gennaio 2024
Il volume di risorse raccolte nel nostro Paese è di circa un miliardo e 100 milioni di euro (1.130.350.846, per l'esattezza), -51,5% rispetto al 2022. Tante le iniziative a sostegno dell'innovazione
Sempre più donne imprenditrici nelle start up

Sempre più donne imprenditrici nelle start up - Academy Awe

COMMENTA E CONDIVIDI

Si dimezzano gli investimenti in start up in Italia nel 2023, seguendo un andamento più generalizzato a livello globale. Da inizio anno, il volume di risorse raccolte nel nostro Paese è di circa un miliardo e 100 milioni di euro (1.130.350.846, per l'esattezza), -51,5% rispetto al 2022. Si riduce, anche se in maniera minore, il numero dei deal conclusi nell'arco dell'anno: sono in totale 164, il -18,8% rispetto al 2022. Lo rivela il report realizzato da Startup Italia. I dati italiani non devono però stupire, perché rispecchiano la tendenza negativa riscontrata in tutta Europa, «dove l'inflazione, gli alti tassi di interesse e le minacce per gli equilibri geopolitici hanno colpito duramente il finanziamento del venture capital per le start up». «Se il 2022 si è distinto come l'anno dei record con un valore dei round che ha superato i 2,3 miliardi di euro (+70% sull'anno precedente), in questo 2023 una concomitanza di fattori - conflitti geopolitici, spinte inflazionistiche, incertezza dei mercati, crisi globale di chip e materie prime - ha reso prudenti gli investitori e ha influito notevolmente sulle performance conclusive, che chiudono a poco meno della meta rispetto all'anno precedente - spiega il direttore di Startup Italia Giampaolo Colletti -. Tuttavia ci sono anche evidenze positive come l'aumento degli investimenti in un settore strategico come il cleantech: il 27% di tutto il capitale investito dai venture capital in Europa si concentra nella ricerca di soluzioni alternative alle fonti fossili e di tecnologie in grado di ridurre gli sprechi energetici e le emissioni nocive». Cambiano i settori in cui si registrano investimenti: se fino allo scorso anno a dominare erano i round nel biotech, quest'anno è il medtech a essere sul gradino più alto del podio, con l'8,5% del totale, seguito da cleantech, biotech e tecnologie applicate all'ambito lavoro/Hr (6,1%). Più indietro gli investimenti nel food (4,2%) e nello sviluppo di software, edutech e aerospazio (3,6%), mentre a pari merito troviamo fondi raccolti all'interno dei comparti edtech, mobility e cybersecurity e space economy (3%). Per quanto riguarda la ripartizione degli investimenti a livello territoriale, la Lombardia mantiene il proprio ruolo-guida: su 164 deal complessivi, il 39,3% ha avuto come protagoniste startup lombarde, con il Piemonte al secondo posto ma ben più staccato (12%). Seguono Toscana (7,9%) ed Emilia Romagna (7,3%), mentre al Sud meglio di tutti fa la Campania con cinque round (3%, pari al Veneto). Quattro deal a testa per start up trentine e friulane (2,4%), con Sicilia (1,8%) e Liguria (1,2%) alle spalle. Una sola operazione per Umbria, Molise e Sardegna (0,6%). Tra i round del 2023, due hanno raggiunto o superato i 100 milioni di euro. Regina della raccolta è Bending Spoons, la start up di Luca Ferrari che sviluppa e commercializza app per smartphone, che totalizza 170 milioni in due round. Cento milioni invece a D-Orbit, scaleup pioniera della logistica spaziale, guidata da Luca Rossettini. Invece 61 milioni vanno ad AAvantgarde bio, biotech focalizzata sullo sviluppo di terapie geniche per le malattie ereditarie della retina. Seguono i 55 milioni (in due round) di Energy Dome, focalizzata sulla riduzione del consumo energetico, e i 40 milioni di Alps Blockchain, specializzata in ricerca e sviluppo in ambito mining. Il 2023 è stato poi caratterizzato da diverse uscite. Come quella di Filo, la start up romana specializzata in prodotti IoT, acquisita da Traveler Innovations. E ancora Kippy, focalizzata sempre nell'ambito Internet of Things, per monitorare la salute degli animali domestici, rilevata dalla svizzera Datamars. Il Gruppo Iren ha acquisito la maggioranza di Remat, attiva nel settore dell'economia circolare per 3,5 milioni di euro. Mentre Baasbox, software house romana, fa ora parte di Mexemedia. Anche il valore delle uscite però è in calo in Europa: 9,1 miliardi di euro, 72,8% in meno rispetto allo scorso anno, è il dato più basso dal 2013. Frenano anche i nuovi ''unicorni'': nel 2023 solo sette start up hanno raggiunto il valore di un miliardo di euro, rispetto alle 48 dello scorso anno. Ci sono anche start up che assumono. Come Johix, alla ricerca di 100 candidati in tutta Italia, che con un approccio commerciale ed esperienza consulenziale aiutino i propri clienti a crescere, dotandoli di modelli di business alternativi alla vendita e supportandoli con strumenti di finanza alternativa a quella tradizionale e di origine bancaria. Entro il primo trimestre 2024, Johix ha in programma di inserire altre tre figure: un business development specialist, un growth marketing specialist, un controller. Per candidarsi sarà sufficiente compilare il form presente al link https://www.johix.com/it/diventa-un-agente o scrivere a info@johix.com.

Le idee più innovative nel 2023

C'è chi vuole rendere il posto di lavoro un luogo di benessere, chi promette di catturare l'affare immobiliare, chi si preoccupa della reputazione in tempi in cui a determinarla è il web. Ma anche chi punta al mercato globale, chi cerca di "indorare la pillola" di tasse e burocrazia e chi non perde d'occhio la sostenibilità. Sono le tante idee di start up nate o cresciute nel 2023 e che lasciano il loro segno nel panorama dell'innovazione. A fondarle aspiranti imprenditori, neo-diplomati, a volte immigrati stranieri che ce l'hanno fatta oppure ex dipendenti. Nel 2023 l'Italia conta circa 16.500 startup e pmi innovative, con un fatturato complessivo di 10,3 miliardi di euro: il numero di realtà innovative è in contrazione del 3,5% rispetto al 2022. Il totale dei dipendenti è di 20.432. Ecco alcune delle imprese più innovative. Kampaay, per esempio, contrasta quiet quitting e grandi dimissioni ridisegnando il futuro del lavoro. Nata a Milano nel 2019. Anche se l'idea si sviluppa qualche anno prima tra i banchi universitari del Politecnico di Milano dall'ingegno e intuizione di quattro ingegneri: Stefano Brigli Bongi, Daniele Arduini, Marco Alba e Enrico Berto. Kampaay facilita la gestione e l'organizzazione di eventi aziendali, semplici o complessi, attraverso un tool digitale che si allinea alla strategia aziendale. Spunto è una start up innovativa che ha lanciato una web app per supportare gli studenti con disturbi specifici dell'apprendimento e non solo nello studio. Rendendo lo studio su misura, riducendo i tempi e insegnando un metodo efficace per raggiungere i propri obiettivi. Quickfisco aiuta le partita Iva a gestire "dalla A alla Z" la propria contabilità e fiscalità, alleggerendo professionisti e commercianti dalla burocrazia correlata. L'obiettivo è "digitalizzare" oltre 30mila partite Iva entro il 2026. Plateasy, prima app che aiuta a trovare posto e riduce l'inquinamento, è la prima piattaforma social basata sulle targhe che, con un solo clic, riduce il tempo per trovare parcheggio, favorendo così comportamenti virtuosi e sostenibili degli automobilisti. X-Port, aiuto alle pmi made in Italy per vendere eccellenze su Amazon, fondata da Michele e Matteo Gabrielli. Le aziende interessate al canale Amazon possono rivolgersi al team di X-Port che conta oltre 20 persone formate e specializzate a gestire tutte le attività necessarie ad avere una corretta presenza sul mercato. Lorenzo Fontanelli ha fondato Simplex Domus, la start up innovativa che permette a tutti di acquistare una casa all'asta. Permette di trovare l'immobile giusto potendo contare su tre vantaggi fondamentali: acquistare con un importante risparmio, farlo in maniera sicura grazie al supporto di avvocati specializzati e avere accesso a informazioni complete tramite una piattaforma facile e trasparente. Climbo per supportare le imprese nella gestione delle recensioni, grazie a un software di gestione delle recensioni on line creato da Giacomo Chinellato, Tommaso Chinellato e Marco Matta. Nasce da una scommessa di Luca Panseri Lookup ("alza lo sguardo", in inglese), la start up a vocazione sociale che ha realizzato l'omonima app di social gaming che, per il tempo passato con il suo timer attivo, auto-vincola lo smartphone a non uscire dalla schermata della app per accumulare dei punti, convertibili in premi e buoni sconto, promozioni ed esperienze varie da vivere nel mondo fisico. A Catania due start up gestite da migranti per dire no al caporalato. Un progetto finanziato dall'Ufficio speciale immigrazione dell'assessorato regionale della Sicilia al Lavoro e alla Famiglia. Infine Novis Games, premiata a Digithon2023. Il premio, che porta con sé un assegno di 10mila euro offerto da Confindustria Bari e Bat, è stato assegnato alla prima start up che permette a ciechi e ipovedenti di giocare ai videogiochi, grazie a una tecnologia che si integra nei videogiochi esistenti e crea una modalità accessibile usando suoni, vibrazioni e altre funzionalità per potere giocare allo stesso videogioco senza guardarlo.

Le start up al femminile

Il tessuto imprenditoriale e le start up scontano un forte divario sul fronte dell’impiego delle risorse e dei talenti femminili nel management aziendale. Secondo i dati riportati dal portale specializzato Venturebeat.com nel mondo sono solo il 15%, in media, le fondatrici di start up innovative con l’Europa che tra le aree geografiche, con il 12,6%, è al penultimo posto di questa speciale classifica a pari merito con l’America Latina e davanti solo all’area Mena (10,1%). Guidano il ranking l’Oceania che ha una startup su cinque a guida femminile (21,6%) e il Nord America (15,7%). Negli Usa, secondo quanto rivelato dal Financial Times, le start up guidate da donne hanno ricevuto solo l'1,9% dei finanziamenti (-0,5% rispetto al 2021), pari a circa 4,5 miliardi di dollari dei circa 238,3 miliardi di dollari di capitale di rischio stanziati dagli investitori nel mercato del venture capital. E in Italia? Sulla base del V Rapporto nazionale sull’imprenditoria femminile, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Centro Studi Tagliacarne e Si. Camera, le imprese guidate da donne sono solo una su cinque (22,2%) e le start up innovative con una founder femminile sono poco più di una su dieci (12,6%). Complessivamente, come svelato dai dati del portale Dealroom.co, le start up italiane scalabili fondate da donne hanno un valore d’impresa pari a due miliardi di euro, con una percentuale media del 16% che pone la Penisola al secondo posto dietro la Finlandia (23%) e sopra quello che è il valore medio a livello europeo (8%). Negli ultimi 5 anni le scale up italiane hanno avuto una crescita del valore d’impresa pari al +34,5% mentre, a livello europeo, nel 2022 gli investimenti degli attori attivi nel mercato del venture capital sulle startup guidate da donne sono diminuiti del 20% a quota 4,1 miliardi di euro. Per supportare l’incremento e lo sviluppo dell’impresa al femminile innovativa in Italia LifeGate Way, polo di open innovation del gruppo LifeGate che mette in contatto il più grande ecosistema di start up sustainable native italiane con i protagonisti dell’innovazione facilitando futuri più sostenibili lancia, in collaborazione con Ventive, società di investimenti e consulenza per startup e PMI innovative con la missione di supportarle nella loro crescita, Women in Action, programma di accelerazione al femminile, dedicato a tutte le donne, di qualsiasi età ed esperienza professionale, che desiderano innovare nell’ambito della sostenibilità ambientale, sociale e individuale. Dalle start up create da founder donne e/o con una compagine sociale a maggioranza femminile fino alle neo-imprenditrici con società in via di costituzione, passando per i team di studentesse tutte le innovatrici avranno la possibilità di essere selezionate per un percorso di sviluppo completo che le sosterrà dall’idea all’ingresso sul mercato di prodotti e/o servizi innovativi che si esprimano a 360° nei settori della sostenibilità. Fino al 14 febbraio 2024 tutte le realtà femminili, imprenditoriali e innovative, interessate alla call potranno compilare e inviare la loro candidatura sulla piattaforma dedicata sul sito di LifeGate Way (https://lifegateway.it/women-in-action/); poi una giuria qualificata selezionerà 16 realtà, suddivise tra startup (10), team di studentesse (3) e di neo imprenditrici (3). Queste, l’8 marzo 2024, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, potranno poi presentare le loro idee, prodotti e servizi nel corso del Women in Action Day dove, al termine dell’evento, verranno annunciate le cinque migliori realtà “in rosa” selezionate (tre start up, un team di studentesse e uno di neo-imprenditrici) che potranno partecipare al programma di accelerazione Women in Action che si svilupperà per tre mesi, da marzo a giugno 2024, attraverso un percorso formativo, attività di networking e percorsi di coaching. L’obiettivo è quello di accompagnare le neo-imprenditrici nella crescita sostenibile della loro impresa, aiutandole a perfezionare il business model e allenando le soft skills necessarie per poter emergere nell’arena competitiva delle grandi aziende, italiane e internazionali. Il programma terminerà il 15 giugno 2024 con un Demo Day, un evento esclusivo aperto a potenziali investitori e aziende. Mentre l’associazione non profit GammaDonna sostiene e promuove la crescita del ruolo delle donne nel mondo dell’impresa per favorire uno sviluppo economico sostenibile e duraturo, e contribuire a ridurre il gender gap in campo socio-economico. Dal 2004 lavora per il cambiamento culturale del Paese, operando da “talent scout” di modelli innovativi di fare impresa, valorizzando l’iniziativa imprenditoriale di donne e giovani, incentivando il networking fra start up, imprese consolidate, investitori, Big Corp e istituzioni. Il Premio GammaDonna negli anni ha portato alla ribalta talenti autentici, ancora poco conosciuti, che nel tempo si sono affermati a livello nazionale e internazionale. Si chiama Awe-Academy for women entrepreneurs e ha sede al campus di San Giovanni a Teduccio dell’Università Federico II di Napoli. Si tratta di un programma totalmente gratuito per aspiranti imprenditrici tra i 18 e i 40 anni che arriva in Italia grazie alla partnership tra la Missione Diplomatica degli Stati Uniti e l’Università degli Studi di Napoli Federico II. La prima edizione italiana darà la possibilità a 30 donne di entrare a far parte del programma internazionale. Da questa visione nasce GammaDonna BEEz Tour, un progetto itinerante di storytelling della creatività e del talento imprenditoriale, in partnership con Deloitte. Un’occasione di confronto tra attori dell’ecosistema dell’innovazione e imprenditrici provenienti da tutto il Paese (da Arcore a Matera) per raccontare un'Italia di valore che fa ecosistema per crescere, fondendo innovazione e tradizione.

Le iniziative a favore delle start up

Rendere più efficaci i processi di trasferimento tecnologico e di valorizzazione dei risultati del sistema della ricerca pubblica e privata, promuovere le opportunità offerte dagli incentivi finalizzati alla nascita e allo sviluppo di imprese innovative, con particolare riferimento alle startup promosse da giovani e donne: questi gli obiettivi della collaborazione tra l’Agenzia per lo sviluppo Invitalia e l’Associazione italiana degli incubatori universitari e delle business plan competition regionali PNICube. La collaborazione è stata sancita con la firma di un protocollo d’intesa tra l’amministratore delegato di Invitalia Bernardo Mattarella e la presidente di PNICube Paola Paniccia. Sulla base del Protocollo, Invitalia e PNICube si impegnano a mettere in campo capacità e competenze, avviando azioni coordinate di informazione, promozione e accompagnamento imprenditoriale. Nasce l'Osservatorio del Nordest sull'economia dell'Innovazione Nim-Numbers Innovation Motion, un progetto di Galileo Visionary District realizzato in collaborazione con InfoCamere, la società delle Camere di commercio per l'innovazione digitale, con il contributo della Camera di commercio di Padova. Nim permette di trasformare i dati del più̀ importante database aziendale ufficiale del Paese (il Registro delle Imprese) in informazioni fruibili con infografiche, commenti, analisi e report, grazie ad una piattaforma web-based liberamente consultabile da cittadini, imprese, Pubbliche amministrazioni e dai media. Un progetto che ha coinvolto, e coinvolgerà in futuro, imprese e Pubbliche amministrazioni, Università, start up specialist ed esponenti del mondo venture capital in un dialogo continuo sul presente e soprattutto sul futuro delle nostre imprese innovative. Sostenere in nelle fasi della prima crescita le startup innovative che intendano sviluppare il loro progetto imprenditoriale in Piemonte e allo stesso tempo cofinanziarne il consolidamento patrimoniale con l'obiettivo di rafforzare e integrare i progetti di sviluppo finanziati da investitori esterni ed eventualmente anche da parte di soci. Sono questi gli obiettivi della misura, articolata su due distinte linee di intervento, che verranno attivate con due bandi dedicati, approvata dalla giunta, che poggia su una dotazione finanziaria complessiva di 20 milioni di euro a valere sui fondi europei di sviluppo regionale (Fesr 21-27); nello specifico dieci milioni di euro per il bando relativo al Sostegno alla prima crescita delle star up innovative e dieci milioni per Consolidamento patrimoniale e crescita delle start up innovative. I bandi verranno aperti nella primavera del 2024. Infine da segnalare il Pni-Premio nazionale per l’innovazione, la più importante e capillare business plan competition d'Italia, promossa dall’Associazione italiana delle Università, Incubatori accademici e Start Cup regionali - PNICube. Al Pni concorrono i migliori progetti di impresa innovativa selezionati dalle 16 competizioni regionali (StartCup) che coinvolgono 55 Atenei, incubatori ed enti di ricerca in 17 regioni d’Italia.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: