domenica 26 novembre 2017
Nuova partita contro l’Olanda per il 'tribunale' che deve lasciare Londra
Sfumata l'Ema Milano punta ai brevetti
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Lo schiaffo ricevuto con la perdita al sorteggio dell’assegnazione dell’Agenzia europea del farmaco non è stato ancora del tutto assorbito dalle istituzioni locali lombarde. Comune di Milano e Regione Lombardia a quasi una settimana dalla sonora sconfitta subita per mano di Amsterdam si interrogano ancora sul da farsi e chiedono compensazioni, come la sezione europea del Tribunale unificato dei brevetti (Epo). Insomma, Milano vuole uscire con 'onore' da una situazione difficile. Non bisogna, è il ragionamento degli esponenti lom- bardi, vanificare il lavoro fatto fino ad oggi a favore della città, che comunque nonostante la sconfitta è stata una delle protagoniste della grande partita europea per l’assegnazione delle agenzie europee in fuga dalla Gran Bretagna per la Brexit. E le linee di azione individuate dal governatore della Lombardia Roberto Maroni e dal sindaco di Milano Beppe Sala sembrano essere due. La prima è nei confronti del governo italiano attualmente guidato dal premier Paolo Gentiloni. L’idea è di chiedere a Palazzo di Chigi una via preferenziale per Milano.

«Bisogna copiare Olanda, Germania e Spagna», si apprende dagli uffici che curano per le istituzioni locali i rapporti con i principali organismi europei. Ovvero candidare sempre Milano per qualunque partita Ue, proprio come fanno Olanda, Germania e Spagna con Amsterdam, Francoforte e Barcellona. Così da avere sempre una candidatura calda, capace con un dossier sempre aggiornato di sfruttare qualunque opportunità. Poi, sempre secondo Regione Lombardia e Comune di Milano, il capoluogo lombardo deve essere già da subito schierato per l’accaparramento di un nuovo centro Ue. Una compensazione che deve arrivare immediatamente, con la quale la diplomazia italiana può riscattarsi dalla magra figura rimediata lunedì 20 novembre a Bruxelles. Milano e la Lombardia puntano - sempre grazie alla Brexit - ad una sezione del Tribunale unificato dei brevetti (Epo) e non tanto alla nuova Agenzia europea per il lavoro che la Commissione europea ha già fatto sapere di voler assegnare ad un Paese dell’Est. La sezione del Tribunale dei brevetti (Epo) genera un giro d’affari di circa 350 milioni di euro, certo di gran lunga inferiore rispetto al 1,7 miliardi di euro garantiti da Ema, ma pur sempre un organismo importante della Ue. Anche qui però la partita è complicata seppur possibile, a patto che Palazzo Chigi e la Farnesina nuovamente scendano in campo in modo convinto.

Anche perché ancora una volta ci dovremo guardare le spalle dall’Olanda. Infatti, per lo spostamento da Londra della sezione specializzata per la chimica e la farmaceutica (la sede principale è a Parigi), l’Italia è in testa. Anche se l’Olanda con Amsterdam è poco dietro. Il motivo per cui sono Italia e Olanda i due Paesi i possibili beneficiari del trasferimento della sezione ora a Londra riguarda prevalentemente il numero di brevetti convalidati. Per esempio nel 2016 le domande italiane in materia di brevetti indirizzate all’European patent office (Epo) sono aumentate del 4,5%, da 3.986 del 2015 a 4.166 dell’anno scorso. Posizionando l’Italia così al secondo posto fra i Paesi Ue. Secondo gli intenti della Unione europea il nuovo sistema unitario dei brevetti dovrebbe entrare in funzione a partire dal prossimo dicembre.

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