venerdì 29 dicembre 2023
Tre lavoratori su dieci (30%) puntano ancora sull'importanza dell'orario flessibile. Il 21% pensa che entro i prossimi cinque anni vi sarà piena flessibilità di orari e luoghi
Le lavoratrici sono più favorevoli al part time

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I lavoratori desiderano maggiore flessibilità nella loro vita lavorativa: smart working, il passaggio a una settimana lavorativa di quattro giorni, organizzazione personalizzata delle ore e del luogo di lavoro, il tutto in un’ottica di miglioramento della conciliazione vita-lavoro. Il 19,5% si aspetta infatti che la settimana lavorativa di quattro giorni diventerà la norma entro cinque anni. Sono solo alcune delle tendenze che emergono da People at work 2023: a global workforce view, l’annuale survey redatta dall’Adp Research Institute. L’indagine si è svolta su circa 33mila lavoratori in 17 Paesi, di cui circa 2mila in Italia. Secondo i dati Adp, il 56% degli intervistati sarebbe d’accordo di passare a una settimana lavorativa di quattro giorni, arrivando così a lavorare dieci ore al giorno pur di avere un giorno libero in più a settimana.
Non solo, nei prossimi cinque anni il 21% pensa che vi sarà piena flessibilità di orari e luoghi e il lavoro sarà giudicato dai risultati ottenuti, il 18% pensa sarà possibile lavorare da qualsiasi parte del mondo senza problemi e questo comporterà un maggiore e attento monitoraggio da parte dei datori di lavoro (18%). Per il 13% vi sarà una diminuzione del lavoro manuale a causa dell’intelligenza artificiale e per il 7% le ferie diventeranno non più giorni fissi ma saranno a discrezione del lavoratore (sempre in un’ottica di lavoro basato sui risultati raggiunti). «Tre lavoratori su dieci (30%) puntano ancora sull'importanza dell'orario flessibile. I lavoratori in modalità "ibrida" sono più soddisfatti della flessibilità di cui godono (85%), mentre tra chi si reca tutti i giorni in ufficio è insoddisfatto un lavoratore su quattro. Il lavoro da remoto sta assumendo un respiro sempre più internazionale: il 25% dei lavoratori dichiara di non avere restrizioni sul luogo e quindi di poter lavorare ovunque, anche dall’estero, il 17% ha flessibilità sia di orari sia di spazi ma il 45% afferma di doversi ancora recare in ufficio tutti i giorni, mentre rimane in modalità ibrida il 34%. Significa che c’è ancora molto da fare in questo senso: la flessibilità è fondamentale per attrarre i migliori talenti», spiega Marcela Uribe, general manager Adp Southern Europe. Alla domanda “Quale cambiamento hai pensato di attuare negli ultimi 12 mesi?”, un lavoratore su quattro (24%) ha pensato di cambiare settore, il 7,5% di richiedere un anno sabbatico. Il 15% ha pensato di aprire un'azienda, di prendersi una pausa temporanea dal lavoro (9%), mentre circa uno su dieci ha considerato l'ipotesi del pensionamento anticipato (6,5%). Sono più le donne che desiderano passare al part-time (13% contro il 9% degli uomini).

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