giovedì 20 aprile 2023
Domani 8 ore di astensione dal lavoro e manifestazioni in sette città a partire da Milano. I sindacati: Federlegno rifiuta di applicare gli aumenti salariali legati all'inflazione
Salone del Mobile, vetrina del design made in Italy

Salone del Mobile, vetrina del design made in Italy - Fotogramma

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Uno sciopero nazionale del settore legno-arredo, che dà lavoro a 200mila persone, proclamato in maniera strategica durante il Salone del Mobile di Milano, in risposta alla rottura della trattativa sul rinnovo del contratto nazionale scaduto a dicembre.

Lo sciopero di domani avrà una durata di otto ore e sarà corredato da sette manifestazioni in altrettante città, a partire da Milano dove nei giorni scorsi è iniziato un volantinaggio tra i padiglioni della Fiera di Rho-Pero. La mobilitazione è stata indetta dai sindacati di categoria FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, contro "l'inaccettabile comportamento di Federlegno, che chiede di bloccare il rinnovo del contratto nazionale per un anno, nega ogni miglioramento su orario, diritti e tutele e non vuole confermare il modello contrattuale sottoscritto nel 2016". Un contratto che prevede un meccanismo di adeguamento dei salari collegato all’inflazione. "Il contratto ridistribuisce soldi ai lavoratori quando l'inflazione è più alta, e se inapplicato significherà per i dipendenti una perdita per il solo 2022 di circa 130 euro al mese”. I sindacati denunciano un’eccessiva e ingiustificata austerità messa in atto dagli industriali del settore.

“Abbiamo scelto questa settimana per ribadire che mentre si celebra il prestigio del made in Italy e del design italiano, 200mila tra operai e impiegati, addetti altamente professionalizzati, attendono il rinnovo del contratto, scaduto a dicembre, e chiedono un giusto salario per tutelare il potere di acquisto, mentre le aziende assorbono l'inflazione alzando i prezzi e accumulando profitti".I sindacati richiedono anche la riduzione dell'orario di lavoro a pari retribuzione (da 40 a 38 ore, dedicando una parte alla qualificazione professionale) e una maggiore formazione per gli operai e gli impiegati. «Adesso che le regole che ci eravamo dati – spiegano i sindacati – non sono più favorevoli alle imprese, Federlegno intende non applicarle più”. Soprattutto se si considera che il settore ha reagito alla crisi e nei primi nove mesi del 2022 ha messo a segno, una crescita dell’8,7% a livello nazionale, superando i livelli del 2019, e con un forte aumento delle esportazioni (+16%).

Si tratta di una trattativa (simile a quella che nei mesi scorsi ha portato ad un aumento del 9% delle buste paga dei lavoratori domestici) alla quale guardano con interesse anche altri settori per il meccanismo della “doppia pista salariale”, un modello che dovrebbe consentire da un lato il pieno recupero dell’inflazione reale, dall’altro una corretta redistribuzione dei profitti ai lavoratori, fondamentale per risolvere il gap salariale del nostro Paese, uno dei pochi Paesi a livello europeo dove i salari reali non sono cresciuti negli ultimi vent’anni. L’aumento dei salari per i sindacati è essenziale per contrastare l’esodo di manodopera e rendere attrattivo il settore per le nuove generazioni.

“La Cgil sostiene con forza lo sciopero dei lavoratori del settore legno e arredo, proclamato unitariamente da Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil per l'intera giornata di domani - ha commentato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini -. Nonostante la crescita enorme del fatturato sia sul mercato interno che internazionale e gli alti profitti realizzati dal settore negli ultimi tre anni, Federlegno Confindustria non solo non vuole mantenere quanto convenuto negli ultimi due rinnovi contrattuali, ma chiede anche di congelare il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro già scaduto”.

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