mercoledì 11 gennaio 2017
Esperti di marketing e informatori scientifici da inserire nella prima impresa sociale del comparto
Assunzioni nel settore dei farmaci naturali
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«In questo momento stiamo tentando di allargare la rete commerciale. Abbiamo bisogno di almeno tre persone esperte di marketing e una decina di informatori scientifici». Brillano di soddisfazione gli occhi di Bruno Silvestrini, fondatore della Sbm-Science of Biology in Medicine, che ha una particolarità: è l’unica azienda farmaceutica in Italia (e forse nel mondo) a essere un’impresa sociale (aderente al consorzio Cgm).

Sbm è stata creata nel 2015 con un capitale iniziale di 430mila euro: 140mila versati dallo stesso Silvestrini - con un passato di medico, ricercatore e professore - e il resto finanziato da Banca Prossima. Si prevede di recuperare l’investimento in tre anni. Le vendite intanto crescono: mille articoli venduti a gennaio 2016 e circa 3.500 nei due mesi successivi. I prodotti nascono nelle officine farmaceutiche selezionate di Monterotondo e Pomezia. Sono distribuiti nelle farmacie italiane, ma acquistabili anche on line: a confezionare i pacchetti da spedire ci pensa Enercoop, cooperativa sociale di Bolzano, che si occupa di persone svantaggiate. Una decina al momento i dipendenti, più altrettanti collaboratori. L’obiettivo di Sbm è quello di investire gli utili nella ricerca e nella formazione scientifica dei giovani. Non a caso, la sede dell’azienda è a Roma, all’interno di Villa Nazareth, dove si trova la Fondazione Noopolis, realtà non profit riconosciuta dal ministero dell'Istruzione e presieduta sempre da Silvestrini, che da 30 anni elargisce borse di studio a ragazzi meritevoli.

È un grande visionario oltre che un importante scienziato, il professor Silvestrini, che all’età di 84 anni, ha deciso di lanciare una nuova sfida alle multinazionali del farmaco. Subito dopo la laurea in medicina, ottenuta nel 1955 all’Università di Bologna, Silvestrini entra all’Istituto Superiore di Sanità, dove lavora con il premio Nobel Daniel Bovet, «un maestro di vita e di professione». Poi, per circa 25 anni, dirige l’Istituto di Ricerca F. Angelini a Roma. Finché, nel 1983, diventa professore all’Università La Sapienza di Roma. Sono circa 500 le sue pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali.


«Ho lavorato molti anni a stretto contatto con l’industria farmaceutica e ho scoperto e brevettato diversi farmaci sintetici, creati cioè grazie alla chimica, che oggi sono diffusi a livello internazionale - spiega -. So apprezzare quindi i meriti di questi medicinali, che spesso sono gli unici rimedi possibili. Ne conosco però anche i limiti: innanzitutto i farmaci sintetici alleviano i sintomi e, in situazioni di emergenza, possono pure salvare la vita ma, in tutta la loro storia, non hanno mai sconfitto una sola malattia. Oltretutto sono costituiti da composti estranei al nostro corpo, e quindi a lungo andare sono tossici. Infine, con il tempo, tendono a sostituirsi all’organismo nello svolgimento delle sue attività fisiologiche, pertanto lo esautorano e lo indeboliscono. È per questo che ho sempre dedicato molte energie allo studio rigorosamente scientifico di un altro tipo di farmaci, quelli naturali».


Ovvero i farmaci che non vengono creati sinteticamente in laboratorio, ma sono già presenti in natura: adeguatamente utilizzati, sono in grado di riattivare le normali funzioni fisiologiche dell’organismo, consentendogli di risvegliare spontaneamente le sue capacità curative. Non si sostituiscono ad esso, ma lo rafforzano. «Tra di loro, ci sono per esempio le vitamine, ma anche i vaccini, che attivano le difese immunitarie contro le infezioni - prosegue il professore -. Farmaci di questo tipo sono stati in grado di sconfiggere malattie come scorbuto, tetano, poliomielite... Importante è anche sottolineare che alcuni possono essere usati sì per curare, ma anche per prevenire, mantenendo il corpo in una condizione di sano equilibrio».

Silvestrini ha puntato molto sui giovani quando ha fondato la sua azienda. «La scelta della formula dell’impresa sociale è connessa all’investimento sui farmaci naturali - conclude -. I farmaci sintetici, infatti, sono suscettibili di un brevetto che assicura loro una proprietà intellettuale e applicativa e pertanto sono soggetti a pesanti condizionamenti commerciali. L’industria delle multinazionali è alla ricerca spasmodica di questo tipo di farmaci. Anzi, spesso prescinde dal loro beneficio terapeutico, che dovrebbe essere lo scopo primario, privilegiando la novità chimica, perché nuovi brevetti significano nuove possibilità di guadagno. I farmaci naturali, al contrario, sono estranei a questo tipo di speculazioni: poiché si basano su sostanze già presenti in natura e non su molecole create in laboratorio, i brevetti sono molto più deboli e gli interessi economici in gioco molto inferiori. Il nostro interesse primario è quello di diffondere tra le persone una medicina della salute che sviluppi il loro benessere: essere impresa sociale ben si attaglia a questo scopo. Ecco perché serve investire nel campo del farmaco naturale. Sappiamo di non essere competitivi. Mi sento un po' come Davide contro Golia. Ma occorre una rivoluzione culturale. A cominciare dal giusto valore che dobbiamo dare al lavoro».

Per maggiori informazioni: https://www.sbm-farmaconaturale.com/chi-siamo/.






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