giovedì 5 aprile 2018
Dopo il parere del Consiglio di Stato si potranno portare da casa anche buste riutilizzabili. Ma quali? Di carta? Le retine? E chi controllerà se sono a norma?
(Ansa)

(Ansa)

COMMENTA E CONDIVIDI

Il sacchetto biodegradabile si può portare da casa. A condizione che sia «idoneo a preservare la merce». È quanto stabilito dal Consiglio di Stato (parere numero 859): proprio perché i sacchetti vengono considerati una merce come le altre, il loro acquisto da un certo negoziante non può essere imposto e i consumatori devono avere il diritto di comprarli dove preferiscono e usarli quando fanno la spesa.

Ogni supermercato deve verificare se il sacchetto è conforme a legge?

Ma chi controllerà se i sacchetti bio portati da casa sono idonei per legge? Il negoziante o nei supermercati il cassiere?

Daniele Mariani presidente di FIESA-Confesercenti Modena e di Assofrutterie Nazionale reputa che sia "una trovata che aggiunge altri problemi ai consumatori ed agli operatori. Ci trasformiamo - aggiunge in controllori o meglio gendarmi della sportina…".
I consumatori potranno scegliere di fare la spesa con sacchetti o altri tipi di contenitori riutilizzabili. Per esempio sacchetti di carta o retine. Stabilire quali sono i contenitori adatti a fare la spesa spetterà probabilmente ai commercianti, ma nelle prossime settimane dovrebbe arrivare un regolamento del ministero della Salute per chiarire come ci si dovrà comportare.

Come si è arrivati a questo nuovo punto?

Recependo una direttiva europea che mirava a una riduzione dei volumi di plastica non riciclabile sul mercato, il Governo Gentiloni ha reso obbligatorio dal 1 gennaio 2018 l’utilizzo di sacchetti biodegradabili per il contenimento della frutta e della verdura sfuse al momento dell’acquisto negli esercizi commerciali.

In una nota di chiarimento inviata alla Grande distribuzione organizzata (Gdo) il ministero dell'Ambiente aveva anche chiarito che l’obbligo di pagare i sacchetti è accompagnato dal divieto di riutilizzo delle buste biodegradabili per ragioni igieniche. Un divieto che era sembrato un po’ in contrasto con la finalità del contenimento dell’uso di sacchetti in plastica.

Le critiche delle associazioni dei consumatori sui sacchetti bio

A gennaio 2018 quando entrò in vigore la normativa sui sacchetti biodegradabili furono moltissime le polemiche e le prese di posizione critiche da parte delle associazioni dei consumatori. Il Codacons aveva presentato esposti in molte procure. Da una parte l’obiettivo di ridurre l’impatto della plastica sull’ambiente, dall'altra la conseguenza che a dover pagare i sacchetti è chi fa la spesa, e con un prezzo che oscilla tra 1 e 3 centesimi a busta il costo annuale per famiglia è stato stimato tra i 4 e i 12 euro.

Coldiretti in occasione del parere del Consiglio di Stato sulla questione dei sacchetti biodegradabili nei supermarket ha invitato i consumatori a "concentrarsi più sul contenuto che sul contenitore". "In una situazione in cui la frutta e verdura è la principale voce di spesa degli italiani per un importo pari a circa un quarto del totale", il consiglio della Coldiretti è di "verificare l’origine dei prodotti acquistati e di privilegiare quelli italiani o a chilometri zero per sostenere l’economia e l’occupazione nazionale ma anche garantirsi maggiore freschezza, genuinità e sicurezza". "L’Italia – conclude la Coldiretti – è al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il 99,4% dei prodotti ortofrutticoli che sono risultati regolari per residui chimici secondo l’ultimo rapporto del ministero della Salute".

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: