mercoledì 20 settembre 2017
In vista del confronto con il governo Cgil, Cisl e Uil sottoscrivono le loro proposte in un documento unitario. C'è anche il blocco dell'adeguamento automatico dell'età pensionabile
Pensioni, «sconti» alle mamme e a chi cura parenti. Le proposte dei sindacati
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Entra nel vivo la fase due del confronto tra governo e sindacati sul tema delle pensioni. Dopo gli incontri susseguitisi nelle scorse settimane al ministero del Lavoro, Cgil, Cisl e Uil formalizzano in un documento unitario le proprie proposte. Due i nodi principali, che erano in parte già stati anticipati nel confronto con il ministro Giuliano Poletti: blocco dell'adeguamento automatico dell'età pensionabile, previsto dalla riforma Fornero, e fino a tre anni di "sconto" per le madri lavoratrici. Spinta anche sul rilancio della previdenza complementare, per sostenere le future pensioni dei giovani. "Il confronto in corso sulla 'fase due' - dicono i sindacati - pur avendo fatto registrare alcuni, parziali, elementi di avanzamento, al momento sta evidenziando significative distanze, anche su elementi particolarmente rilevanti, distanze che il proseguimento del negoziato ci auguriamo possa far superare".

Ecco i punti principali del documento


STOP ALL'INNALZAMENTO DELL'ETA' PENSIONABILE

I sindacati chiedono di bloccare l'adeguamento dei requisiti di accesso alla pensione previsto con decorrenza dal gennaio 2019, avviando un negoziato per la revisione dell'attuale meccanismo per quanto concerne la pensione di vecchiaia, la pensione anticipata e i coefficienti di rivalutazione. Si propone inoltre, di costituire un gruppo di lavoro, composto dai rappresentanti dei ministeri e degli istituti competenti e da Cgil, Cisl e Uil, per individuare i criteri per misurare il diverso impatto delle attività lavorative sulla speranza di vita.

FINO A TRE ANNI DI "SCONTO" PER LE MAMME

I sindacati chiedono una maggiorazione contributiva dei periodi di congedo di maternità; il riconoscimento di un anticipo rispetto all'età legale per l'accesso alla pensione di vecchiaia sia nel contributivo che nel misto per tutte le lavoratrici che abbiano avuto o adottato dei figli, di 1 anno per ogni figlio fino ad un massimo di 3 anni; in alternativa, la possibilità per il trattamento economico della pensione, dell'applicazione del coefficiente di trasformazione relativo all'accesso alla pensione, maggiorato di un anno per uno o due figli, maggiorato di due anni in caso di tre o più figli.

APE SOCIAL ANTICIPATO SE SI ASSISTONO A PARENTI

I sindacati chiedono la riduzione di un anno per ogni figlio, fino ad un massimo di tre anni, del requisito contributivo per l'accesso all'Ape sociale. Il riconoscimento, nel sistema misto e contributivo, di un anticipo pensionistico (1 anno ogni 5 anni, fino un massimo di 4 anni, rapportato a ratei annuali) ai soggetti che assistono il coniuge, l'unito civilmente o un parente di primo e secondo grado convivente con handicap grave. Si chiede anche la revisione dell'attuale sistema di contribuzione per chi svolge lavoro domestico prevedendo versamenti contributivi pieni - anche oltre le prime 24 ore settimanali lavorate e rapportati alle retribuzioni corrisposte effettivamente, se superiori a quelle convenzionali.

FLESSIBILITA' IN USCITA

Per aumentare la flessibilità delle scelte individuali i sindacati ritengono necessaria la riduzione dell'importo-soglia per l'accesso alle pensioni contributive al compimento dell'età pensionabile o dell'età per la pensione anticipata con 20 anni di anzianità contributiva. In particolare chiedono di ridurre da 1,5 a 1 volta l'assegno sociale l'importo-soglia richiesto per la pensione di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi; ridurre significativamente l'importo soglia (attualmente pari a 2,8 volte l'assegno sociale) in caso di pensionamento anticipato nel sistema contributivo a 63 anni e 7 mesi con 20 anni di contributi.

GIOVANI

I sindacati ribadiscono l'esigenza di una riforma organica che introduca una pensione contributiva di garanzia che consolidi il pilastro previdenziale pubblico e possa riconoscere e valorizzare ai fini previdenziali le situazioni di discontinuità lavorativa, il lavoro e le contribuzioni povere, l'attività di cura, studio e formazione. I sindacati propongono che la quota di pensione deducibile dai redditi influenti per l'erogazione dell'assegno vada graduata in base agli anni di contribuzione pensionistica, innalzandola al 50% in caso di pensione conseguita con almeno 20 anni di contribuzione; al 55% in caso di pensione conseguita con almeno 25 anni; al 60% con almeno 30 anni. Si chiede di rendere deducibili anche le pensioni complementari.

PREVIDENZA COMPLEMENTARE

I sindacati chiedono l'equiparazione del trattamento fiscale dei dipendenti pubblici a quello dei lavoratori privati con l'estensione delle regole fiscali dei privati ai pubblici; e la parificazione delle regole civilistiche in tema di tipologia delle prestazioni ed accesso alle stesse.

LAVORATORI PRECOCI

Per realizzare un effettivo sistema di uscita flessibile dal lavoro i sindacati chiedono l'ampliamento delle categorie di lavoratori che svolgono attività gravose, e la riduzione dei requisiti di accesso all'Ape sociale (30 anni per i lavori gravosi; un anno per ogni figlio fino ad un massimo di tre anni, per le lavoratrici). Inoltre chiedono la semplificazione dei criteri di accesso.

LAVORO USURANTE

Emanazione del decreto di semplificazione delle procedure per il pensionamento in caso di lavoro usurante.

ESODATI

Verifica della consistenza delle risorse residuate per l'opzione donna e l'ottava salvaguardia relativa agli esodati gestendo le problematiche aperte.

RIFORMA ENTI

Favorire una rapida approvazione della legge di riforma della governance degli Enti previdenziali, che affermi un vero sistema duale con una più precisa ed efficiente ripartizione dei poteri tra l'attività di gestione e l'attività di indirizzo strategico e di sorveglianza.


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