giovedì 19 maggio 2016
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MILANO Passi in avanti verso il via libera al rifinanziamento da parte delle banche per Rcs. Secondo quanto comunicato dalla società stessa, su richiesta della Consob, il valore complessivo dovrebbe arrivare «fino ad un importo massimo di 352 milioni ». Due banche hanno già approvato il finanziamento, mentre i rimanenti istituti «procederanno a sottoporre la pratica di rimodulazione ai rispettivi organi deliberanti» tra domani e il 7 giugno. La nota di Rcs – sul cui controllo è aperta la contesa tra l’editore Urbano Cairo e una cordata guidata dal finanziere e imprenditore Andrea Bonomi - arriva quindi in un momento delicato, alla vigilia del Cda di domani, e segna un punto a favore dell’attuale management del gruppo. La società prevede dunque che l’iter deliberativo possa concludersi positivamente entro il termine della prima settimana di giugno e ricorda che l’accordo con le banche non pone a Rcs alcuna vendita di propri beni. Sono previsti però, in capo a Rcs Mediagroup, degli obblighi (tecnicamente detti covenant) sulla posizione finanziaria netta. Tale posizione dovrà attestarsi entro la soglia dei 430 milioni nel 2016 (che scendono a 410 in caso di vendita di attività non strategiche), entro quota 410 milioni nel 2017 (385 con dismissioni) e dei 340 milioni nel 2018 (315 con vendite). «Una delle banche finanziatrici, il cui iter deliberativo è in corso di completamento, ha richiesto di prevedere unicamente la soglia più bassa», si precisa nel comunicato in merito agli obblighi sul debito al 2017 e 2018. Dopo i forti scambi dell’altroieri, seduta senza grandi movimenti ieri a Piazza Affari. La chiusura è comunque positiva (+0,14%) e il titolo si mantiene, con un valore di 0,7160 euro per azione, sopra la soglia dell’Opa lanciata da Bonomi e alcuni soci storici (Mediobanca, Della Valle, Pirelli e Unipol). Nel frattempo, dall’altro contendente, al di là del silenzio ufficiale dopo il «ci ragioniamo» con cui ha risposto lunedì Cairo a chi gli chiedeva se avrebbe rilanciato alla contro Opa su Rcs, non filtra alcuna resa. Che la partita sia assolutamente aperta, del resto, lo conferma Giovanni Bazoli in un’intervista (la prima dopo aver lasciato la presidenza di Intesa Sanpaolo) a la Repubblica. «Io sconfitto per l’Opa sul Corriere? Ho lasciato i miei incarichi. E poi consiglierei di aspettare un momento. Oggi non so proprio come andrà a finire», è il suggerimento che ha il sapore di un avvertimento, per un verdetto ancora tutto da scrivere. «Ho conosciuto Cairo solo recentemente, ma mi è sembrato serio, umile, libero politicamente. Ed è uno che quando esce da una stanza spegne la luce - aggiunge -. Intesa Sanpaolo, essendo il principale creditore di Rcs, è interessata a una soluzione proprietaria che assicuri la migliore gestione dell’azienda». Infine Bazoli rivela: «Se non si fosse ammalato avrei appoggiato Rotelli, che aveva per l’editoria una vera passione, più forte persino di quella per la sanità». © RIPRODUZIONE RISERVATA Giovanni Bazoli
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