giovedì 19 ottobre 2023
L'Italia e l'Agenda 2030, la denuncia dell'Alleanza italiana per lo Sviluppo sostenibile: le disuguaglianze in forte aumento
«Quasi 2 milioni di famiglie sono in condizioni di povertà assoluta»

Ansa

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Quasi 2 milioni di famiglie con 1,4 milioni di figli minori vivono nel nostro Paese in condizioni di povertà assoluta. La quota è salita dal 6,1% del 2015 al 7,5% del 2021 e continua ad allargarsi la disuguaglianza tra ricchi e poveri; la spesa pubblica, inoltre, per sanità e istruzione dell’Italia è nettamente inferiore a quella media europea; l’abbandono scolastico è pari all’11,5% (e sale al 36,5% tra i giovanissimi stranieri; la disoccupazione giovanile è al 23,7% e 1,7 milioni di giovani non studiano e non lavorano (Neet).

È la dimensione sociale dello sviluppo sostenibile e su cui c’è ancora tanto da lavorare, che si ritrova nell'ottavo rapporto “L’Italia e gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile”, realizzato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), strumento utile a valutare l’avanzamento dell’Italia, dei suoi territori e dell’Unione europea verso i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu, sottoscritta dai governi di 193 Paesi il 25 settembre del 2015, e gli ambiti in cui bisogna intervenire per assicurare la sostenibilità economica, sociale e ambientale del nostro modello di sviluppo.

Sul lato ambientale l’Italia ha registrato il 42% di perdite dai sistemi idrici; solo il 21,7% delle aree terrestri e solo l’11,2% di quelle marine sono protette; lo stato ecologico è ‘buono’ solo per il 43% dei fiumi e dei laghi; il degrado del suolo interessa il 17% del territorio nazionale; l’80,4% la quota degli stock ittici è sovrasfruttato; le energie rinnovabili rappresentano solo il 19,2% del totale, quota che non consente di intraprendere il processo di netta riduzione delle emissioni su cui il Paese si è impegnato a livello Ue.
Mentre dopo la ripresa post-pandemia, sono persistenti alcuni segnali economici di crescita debole: resta forte la componente di lavoro irregolare (3 milioni di unità); passi avanti sono stati compiuti per l’economia circolare (il consumo materiale pro-capite si è ridotto del 33% in dieci anni) ed è cresciuto il tasso di innovazione (+21% tra il 2010 e il 2018), ma molte imprese mostrano resistenze ad investire nella trasformazione digitale ed ecologica; il Paese necessita di forti investimenti, anche per rendere le infrastrutture più resilienti di fronte alla crisi climatica; la finanza sta muovendosi nella direzione della sostenibilità, accompagnando il mutamento delle preferenze dei risparmiatori. Dalla dimensione istituzionale dello sviluppo sostenibile emerge anche che, negli ultimi 10 anni, sono drasticamente diminuiti omicidi volontari e criminalità predatoria, ma sono cresciuti alcuni reati contro la persona, come le violenze sessuali (+12,5%) e le estorsioni (+55,2%). Forte è anche l’aumento di tutti i reati informatici, quali truffe e frodi (+152,3% rispetto al 2012). Il sovraffollamento carcerario ha ripreso a salire dal 2019 in avanti.

Negli ultimi 8 anni l’Italia non ha scelto in modo convinto e deciso l’Agenda 2030 come mappa per realizzare uno sviluppo pienamente sostenibile sul piano ambientale, sociale, economico e istituzionale. «Quello che è mancato – ha spiegato il direttore scientifico dell’ASviS, Enrico Giovannini – è stato un impegno esplicito, corale e coerente da parte di tutta la società, di tutto il mondo delle imprese e di tutte le forze politiche che si sono alternate alla guida del Governo per trasformare il nostro Paese all’insegna della sostenibilità».

Se l’Italia è lontana dagli obiettivi dell’Agenda 2030, e solo un rapido cambio delle politiche pubbliche consentirebbe di recuperare il terreno perduto, non va meglio negli altri Paesi. Secondo l’Onu solo nel 12% dei casi si è sulla buona strada per raggiungere i valori obiettivo. Più della metà sono “moderatamente o gravemente fuori strada” e circa il 30% non ha fatto registrare alcun avanzamento o si trova oggi in una condizione peggiore di quella del 2015.

Secondo i dati e le previsioni contenute nel rapporto ASviS 2023 nel 2030 vivranno ancora in povertà estrema oltre mezzo miliardo di persone nel mondo; oltre 80 milioni di bambine e bambini non andranno a scuola e 300 milioni non saranno in grado di leggere e scrivere; le emissioni di gas climalteranti continueranno a crescere; la temperatura media, già aumentata di 1,1°C rispetto ai livelli preindustriali, raggiungerà il limite di 1,5° previsto dagli Accordi di Parigi già nel 2034; nel 2030 circa 660 milioni di persone saranno ancora senza elettricità e quasi due miliardi faranno ancora affidamento su combustibili fossili e altre pratiche inquinanti. «Per recuperare il terreno perduto è indispensabile adottare un approccio politico e culturale che consideri la sostenibilità il fulcro di tutte le scelte, pubbliche e private. È approccio posto alla base della nuova Strategia nazionale per lo Sviluppo sostenibile, approvata dal governo esattamente un mese fa – ha sostenuto il presidente dell’ASviS, Pierluigi Stefanini –. Negli stessi giorni, il governo si è impegnato all’Assemblea Generale dell’Onu a predisporre un ‘Piano di accelerazione’ per il conseguimento degli Obiettivi su cui siamo più indietro, quasi tutti. Le nostre proposte possono servire per definire contenuti, tempistiche e metodologie per realizzare questo Piano». A tale proposito, l’ASviS ha sollecitato il governo con tre proposte: in primis assegnare alla presidenza del Consiglio il compito di predisporre il Piano; predisporlo entro marzo 2024, affinché possa contribuire alla preparazione del prossimo Documento di economia e finanza; e infine, coinvolgere la società civile e gli enti territoriali attraverso il Forum per lo sviluppo sostenibile esistente presso il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase).

IMAGOECONOMICA

Da sapere, che cos’è l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS)

L’ASviS è nata il 3 febbraio del 2016 su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma “Tor Vergata” ed è impegnata a diffondere la cultura della sostenibilità a tutti i livelli e a far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. L’ASviS è una grande reti di organizzazioni della società civile, rapidamente divenuta un punto di riferimento istituzionale e un’autorevole fonte di informazione sui temi dello sviluppo sostenibile.

LA PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO "L’Italia e gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile"

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