giovedì 29 marzo 2018
La società annuncia nuovi strumenti, tra cui la possibilità di cancellare i vecchi post. Crisi a Wall Street per la Silicon Valley
Facebook prova a innalzare i controlli
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Nelle prossime settimane Facebook introdurrà qualche novità per rendere più semplice agli utenti il controllo dei propri dati sensibili e più in generale le impostazioni sulla privacy riguardo tutta la propria attività sul social network. Anche le condizioni di servizio del sito saranno aggiornate e Facebook offrirà maggiori chiarimenti su quali dati raccoglie e sull’uso che ne fa. Le nuove misure annunciate ieri si aggiungono a quelle promesse dal fondatore e amministratore delegato Mark Zuckerberg una settimana fa. L’annuncio ha permesso un minimo di recupero alle azioni del social network, che in due settimane hanno perso oltre il 17% bruciando circa 90 miliardi di dollari di capitalizzazione. Per Facebook si prospettano tempi difficili. Si moltiplicano le uscite dal social network (ieri ha chiuso il suo profilo anche Playboy) mentre si diffonde un clima di generale sfiducia sul futuro dei colossi tecnologici. Martedì a Wall Street le azioni cosiddette Faang (cioè Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Alphabet, cioè Google) hanno segnato la peggiore giornata di sempre. Il caso di Facebook e Cambridge Analytica ha reso più schizzinosi gli investitori, che sembrano essersi accorti all’improvviso che ognuno dei giganti della Silicon Valley, esclusa Google, ha i suoi problemi specifici. Apple sembra rassegnata alle vendite deludenti del nuovo e costosissimo iPhone X.

Amazon secondo un articolo pubblicato dal portale di tecnologia Axios rischia di finire nel mirino di Donald Trump, che vorrebbe proteggere i piccoli negozianti e i grandi centri commerciali dalla concorrenza del gigante dell’e-commerce (il cui proprietario, Jeff Bezos, dal 2013 è anche l’editore del Washington Post, tra i quotidiani più severi con il presidente americano). Axios cita cinque fonti anonime che hanno discusso con il presidente, una delle quali ha spiegato che «Trump ha parlato di cambiare il trattamento fiscale di Amazon» e magari «colpirlo con le leggi antitrust o sulla concorrenza ». Parole che hanno mandato a picco le azioni della società. Soffre anche Netflix, che nonostante la popolarità non riesce a trovare un modello industriale efficace. E poi c’è Tesla, il cui futuro è tutt’altro che splendente. La società del guru Elon Musk, regina mondiale delle auto elettriche, attraversa un momento critico, tra indagini dell’autorità dei trasporti su una Model X che ha preso fuoco dopo uno scontro e ritardi sulla realizzazione della Model 3, la sua prima auto “di massa” per la quale ha già incassato milioni di euro di anticipi. L’agenzia Moody’s le ha tagliato il rating a livello B2 ritenendo che la sua posizione finanziaria non sia solida e che a breve le serviranno 2 miliardi di dollari di aumento di capitale. Gli investitori si stanno liberando delle azioni (-15% in due giorni) e delle obbligazioni dell’azienda. John Thompson, analista di Vilas Capital Management, ha scritto ai clienti di aspettarsi la bancarotta di Tesla nel giro di 3-6 mesi. A meno che Musk «non tiri fuori un coniglio dal suo cilindro».

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