sabato 28 dicembre 2019
È l'allarme lanciato da Confindustria e Srm (Centro Studi del Gruppo Intesa Sanpaolo) nell'aggiornamento congiunturale di dicembre
Sud in frenata, rischia spirale recessiva
COMMENTA E CONDIVIDI

Il Mezzogiorno è in frenata e rischia una spirale recessiva. È l'allarme lanciato da Confindustria e Srm (Centro Studi del Gruppo Intesa Sanpaolo) nell'aggiornamento congiunturale di dicembre, che ammonisce: «Servono più investimenti e più lavoro per risalire la china». Si ferma a fine 2019 l'economia del Meridione - rileva il dossier - dopo quattro anni di crescita, l'Indice Sintetico dell'Economia Meridionale torna a calare, attestandosi 30 punti al di sotto dei livelli pre-crisi. Pesa innanzitutto l'andamento del Pil, che evidenza un indebolimento più intenso proprio al Sud: le previsioni indicano una mini-recessione (-0,2% secondo Svimez). In deterioramento anche il clima di fiducia delle imprese, specie manifatturiere, che torna a calare; come si ferma la nascita di nuove imprese.

Decelerazione anche sul versante occupazionale: l’andamento resta stagnante, si riducono le ore pro capite e aumenta la cassa integrazione. Un terzo dei nuovi assunti al Sud sono a tempo parziale e con titoli di studio inferiori, l’occupazione si riduce tra i laureati.
L’emergenza occupazione giovanile non accenna a ridursi, lavora meno di un giovane su quattro.

Anche per l’export, che negli anni scorsi era l’indicatore che aveva tenuto a galla l’economia meridionale, si assiste a una inversione di tendenza con un andamento altalenante (-2,8% nei primi nove mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018). Resta positivo l’export turistico con una spesa dei viaggiatori stranieri che cresce dell’1,8%.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: