venerdì 1 marzo 2013
Cala il Pil, sale il debito pubblico, è record per la pressione fiscale e la disoccupazione è ai massimi da 21 anni.L'Istat dipinge lo stato di malessere dell'Italia. A gennaio 3 milioni di persone erano in cerca di lavoro e i precari hanno superato quota 2,8 milioni.
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Cala il Pil, vola il debito pubblico, pressione fiscale record e disoccupazione ai massimi da 21 anni. È la fotografia dell'Italia scattata dall'Istat che dipinge lo stato di malessere del Paese. A gennaio 3 milioni di persone sono in cerca di lavoro e i precari superano quota 2,8 milioni. Nel 2012 il Pil è diminuito del 2,4%, un calo dello 0,8% rispetto all'anno precedente scendendo sotto i livelli del 2001. Il dato è in linea con le previsioni del governo. Vola il debito pubblico che raggiunge il 127% del Pil, si tratta del dato più alto dall'inizio delle rilevazioni nel 1990. Record anche per la pressione fiscale che raggiunge i massimi dal 1990. Nel 2012, infatti ha toccato il 44%, in aumento rispetto al 42,6% registrato nel 2011. L'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche, misurato in rapporto al Pil, è pari al -3,0% (era -3,8% nel 2011). Si tratta di un dato peggiore del target del governo, fissato al -2,6%. L'avanzo primario (indebitamento netto, al netto della spesa per interessi) è pari, in rapporto al Pil, al 2,5% (era 1,2% nel 2011). Lo scorso anno è crollata anche la spesa per consumi delle famiglie che ha mostrato un'ampia contrazione in volume (pari al -4,3%), dopo essere risultata quasi stabile nel 2011 (+0,1%). Altro record negativo è quello del numero di disoccupati che a gennaio ha sfiorato quota 3 milioni. È il dato più alto mai registrato dall'inizio delle serie storiche dell'Istat, ovvero dal 1992. L'istituto ha precisato che i disoccupati aumentano rispetto a dicembre del 3,8% (110 mila unità) e su base annua il dato è ancora più pesante, l'Istituto di statistica infatti registra una crescita del 22,7% (+554 mila unità). A febbraio frena invece l'inflazione. I prezzi al consumo registrano un +1,9% su base tendenziale (ai minimi da dicembre 2010) e un +0,1% su base mensile. Sale anche il tasso di disoccupazione che si attesta all'11,7% a gennaio (10,7% nella media del 2012), in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto a dicembre e di 2,1 punti nei dodici mesi, si tratta dei massimi dall'inizio delle serie nel 1992 (21 anni). Il tasso di disoccupazione giovanile nello stesso mese sale al 38,7% (al 35,3% nel 2012), ai massimi dall'inizio delle serie storiche dell'Istat, ovvero dal 1992. Non va meglio nell'eurozona. Il tasso di disoccupazione a gennaio registra l'11,9% a fronte dell'11,8% di dicembre. Nel gennaio del 2012 la percentuale di disoccupati si attestava al 10,8% nell'area euro. La disoccupazione giovanile è salita al 24,2% rispetto al 24% di dicembre. Grecia e Spagna segnano i tassi di disoccupazione più elevati, rispettivamente con il 27% e 26,2%. In Germania, il tasso di disoccupazione è invece stabile al 5,3%.
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