venerdì 1 giugno 2018
Bene i consumi delle famiglie ma crollano investimenti. I dazi Usa e l'incertezza politica mettono a rischio la crescita annuale
Il Pil cresce dello 0,3% nel primo trimestre, preoccupa il calo dell'export
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Nel primo trimestre il Pil italiano, destagionalizzato e corretto per il calendario, è salito dello 0,3% sul trimestre precedente e dell'1,4% su base annua.

La crescita dell'economia italiana nel è stata trainata in prima battuta dalla ricostituzione delle scorte e dai consumi delle famiglie, mentre gli investimenti hanno dato un contributo negativo e l'export mostra segnali di frenata. Tra gennaio e marzo c'è stata un'espansione congiunturale di 0,3% e tendenziale di 1,4% da +0,4% (rivisto al rialzo di decimo di punto) e +1,6% del primo trimestre. Al netto delle scorte, la domanda nazionale ha dato un contributo nullo alla crescita trimestrale, per effetto dell'apporto positivo della spesa delle famiglie (+0,3 punti), in un contesto di ripresa in cui prosegue la creazione di posti di lavoro, anche se prevalentemente a tempo determinato, mentre gli investimenti hanno rappresentato un freno (-0,2 punti). Nullo il contributo della spesa della pubblica amministrazione. Il segnale poco confortante degli investimenti potrebbe essere letto come rientro dal balzo visto nella seconda parte del 2017, quando l'incertezza sulla proroga degli incentivi su Industria 4.0 aveva spinto le imprese ad approfittarne.

D'altra parte, la fase di instabilità politica apertasi con il voto del 4 marzo, e conclusasi ieri con un accordo di governo in extremis tra Lega e Movimento Cinque Stelle, che ha evitato un ritorno alle urne potrebbe aver lasciato qualche strascico.Bisognerà capire come il nuovo ministro dell'Economia Giovanni Tria combinerà le costose misure di politica economica contenute nel programma del nuovo governo (reddito di cittadinanza, flat tax, revisione della riforma delle pensioni), con la tenuta dei conti pubblici e il contenimento del debito, per i quali l'Italia resta un'osservata speciale sui mercati e a Bruxelles.

Il contributo più consistente all'espansione del Pil arrivato dalle scorte (+0,7 punti), che evidentemente le imprese sono tornate ad accumulare dopo due trimestri consecutivi di smaltimento. Preoccupa il rallentamento dell'export (-2,1% su trimestre) e delle importazioni (-0,9%) tratto comune anche alle altri grandi economie europee e su cui nel prosieguo dell'anno potrebbero pensare le tensioni sul commercio internazionale, dopo l'estensione all'Unione europea dei dazi Usa su acciaio e alluminio, si intuisce come sulle prospettive di crescita nel 2018 gli elementi d'incertezza non manchino. Sembra che la ripresa stia frenando insomma e che il secondo trimestre potrebbe essere meno positivo. Per il 2018 Istat prevede una crescita di 1,4%, mentre la stima contenuta nel quadro programmatico lasciato in eredità dal governo uscente incorpora un'espansione di 1,5%.

Il Pil italiano è positivo da15 trimestri consecutivi e ha recuperato il 4,4% rispetto al secondo trimestre 2014, da quando cioè è iniziata la ripresa ininterrotta. Lo rileva l'Istat specificando però che rispettoal picco del primo trimestre 2008, l'economia italiana è ancoraindietro del 5,5%. Nel primo trimestre il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,5% negli Stati Uniti, dello 0,2% in Francia, dello 0,3% in Germania, dello 0,1% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2,8% negli Usa, del 2,3% in territorio tedesco, del 2,2% in Francia e dell'1,2% in Gran Bretagna. Nel complesso, il Pil dei Paesi dell'area euro è aumentato dello 0,4% sul trimestre precedente e del 2,5% su base annua.

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