domenica 27 marzo 2016
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Il nuovo rinvio fa arrabbiare i risparmiatori 'traditi' ROMA È ormai incontenibile, e vicina alla frustrazione, la rabbia dei risparmiatori rimasti a secco dopo il decreto salvabanche che ha portato all’azzeramento del valore delle obbligazioni di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti. Ieri nuovo sit-in nella piazza centrale di Pontassieve, il paese di Matteo Renzi. Con una coda polemica che dice tutto del clima tra ex clienti degli istituti e governo. Il Comitato di protesta ha chiesto che un bambino di 10 anni, figlio di una signora aretina che ha perso tutto con l’Etruria, potesse consegnare una lettera presso l’abitazione del premier. I funzionari di polizia hanno però negato questa possibilità. La missiva è stata poi resa pubblica, ed è durissima. «Non ci avete dato la speranza, parola a lei tanto cara. Ci avete reso difficoltosa anche la difesa. Avete alimentato in noi la rabbia prima per aver sottovalutato o taciuto il problema, poi per averci fatto passare come speculatori o investitori sprovveduti. Ora ci sentiamo abbandonati. Il governo e il Parlamento ci devono far sentire il loro sostegno, non possono avallare una truffa». La protesta è scoppiata nuovamente dopo la delusione di venerdì pomeriggio. L’altroieri, infatti, era previsto che durante il Consiglio dei ministri fosse affrontato, quantomeno come giro di tavolo iniziale, il tema dei rimborsi. Ma invece non è accaduto. La delusione è doppia perché l’ipotesi che circola da qualche giorno è molto positiva per i risparmiatori. Il fondo di risarcimento salirebbe infatti da 100 a 280 milioni di euro (tutti forniti dal sistema bancario), e per accedervi non sarebbe più necessario passare per l’arbitrato gestito dall’Autorità anticorruzione. La platea dei risarciti salirebbe in modo considerevole. Ma il decreto non è arrivato, e tutto resta nell’incertezza. Tesoro e Ue continuano a trattare perché l’operazione-rimborsi non finisca sotto la lente della Commissione per violazione delle norme comunitarie sulla concorrenza. I risparmiatori però non ne possono più di attendere. E anche le sigle dei consumatori alzano i decibel della protesta. Adusbef e Federconsumatori afferma che le indagini in corso hanno già dimostrato che «le regole di trasparenza e di corretta informazione nei confronti dei risparmiatori sono state del tutto scavalcate in nome delle volontà speculative e dei ricatti posti in essere dalle banche coinvolte». Il ritardo nell’emanazione del decreto è, dunque, «incomprensibile». Codacons ricorda che Renzi e Cantone si erano impegnati per una soluzione del problema «entro marzo», ma erano solo «bugie e perdite di tempo». Per cui ora l’associazione ha deciso di presentare le prime 20 cause pilota davanti ai tribunali civili chiedendo il rimborso integrale. Il 18 aprile è atteso invece il pronunciamento del Tar Lazio sul ricorso di Codacons contro la legge 'salva-banche' del 22 novembre scorso. (M.Ias.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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