venerdì 3 maggio 2019
Il personale commerciale dedicato unicamente alla vendita di Iqos dipenderà direttamente dall’azienda, che provvederà entro dicembre 2021 ad assumere il 20% di questi lavoratori
Lo stabilimento della Philip Morris a Crespellano (Bologna)

Lo stabilimento della Philip Morris a Crespellano (Bologna)

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La società Philip Morris Italia continuerà ad avvalersi del personale a tempo determinato per la commercializzazione del nuovo prodotto Iqos, il nuovo dispositivo a tabacco riscaldato. Grazie ad un accordo con i sindacati e le Rsu, siglato nei giorni scorsi con l’assistenza di Unindustria Roma, il personale commerciale dedicato unicamente alla vendita di Iqos dipenderà direttamente dall’azienda, che provvederà entro dicembre 2021 ad assumere il 20% di questi lavoratori. «Si tratta di un’intesa molto importante – dichiara Ada Paletta, segretario generale aggiunto della Femca-Cisl Roma Capitale e Rieti – sia per la rilevanza dei numeri che per la distribuzione degli occupati, che interesserà tutto il Paese. L’aspetto più interessante è sicuramente il ricorso ad un contratto che prevede un rapporto di lavoro diretto, di natura subordinata, evitando così il ricorso al cosiddetto ‘staff leasing’, molto diffuso dopo l’entrata in vigore del ‘decreto dignità’. L’azienda si è inoltre impegnata a trasformare in contratti a tempo indeterminato almeno il 20% di questi contratti a termine (il limite dei lavoratori a tempo determinato è di massimo 600 unità), in tre fasi fissate entro i mesi di dicembre del 2019, del 2020 e del 2021. L’accordo prevede anche una deroga alla legislazione vigente, poiché dà all’azienda la possibilità di prorogare liberamente i contratti di lavoro a tempo determinato fino ad un massimo di cinque volte all’interno del periodo di 36 mesi, senza l’applicazione della causale. Ogni sei mesi, infine, ci sarà un incontro tra la direzione aziendale e i rappresentanti sindacali per monitorare l’accordo e valutare la possibilità di aumentare la percentuale di stabilizzazioni a tempo indeterminato».

L’accordo è stato valutato positivamente anche da Nora Garofalo, segretaria generale della Femca: «Siamo andati incontro responsabilmente alle esigenze di flessibilità dell’azienda, che in questa fase non è in grado di prevedere e programmare i carichi di lavoro derivanti dal lancio di questo nuovo prodotto, ottenendo risultati importanti per i lavoratori. E questo grazie ad un consolidato sistema di relazioni industriali esistente in questa importante azienda italiana, relazioni fondate sul dialogo aperto e costruttivo e su soluzioni condivise. La deroga alle norme esistenti ci permette di limitare gli effetti negativi provocati dalla loro applicazione, mentre la deroga al contratto dei chimici è necessaria per il computo dei dipendenti che potranno essere assunti a tempo determinato, calcolato sul totale della forza-lavoro. Insomma, si tratta di un accordo moderno e innovativo, che consente alla Philip Morris di mantenere a tempo determinato una struttura composta non da somministrati, bensì da risorse che dipenderanno direttamente dall’azienda e che in molti casi vedranno il loro rapporto di lavoro trasformarsi in un agognato tempo indeterminato. Una gran bella soddisfazione per questi lavoratori, soprattutto in questo momento storico, e un bell’esempio per tutti».



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