lunedì 25 settembre 2017
Trenta giorni di tempo per presentare le proprie osservazioni, altrimenti l’Istituto procederà a recuperare l’indebito in 60 rate mensili a partire da gennaio
Pensionati pubblici, verifica dei redditi
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Addebiti in arrivo ai pensionati pubblici sulle prestazioni fruite nel 2015 e non dovute, in base ai redditi posseduti nel 2014. L’Inps, infatti, completata la verifica dei redditi sulla base di dati dell’Agenzia delle entrate, sta notificando il risultato agli interessati. In alcuni casi, relativi alle pensioni ai superstiti, sono risultati debiti oltre i 10mila euro. I pensionati hanno 30 giorni di tempo per fare proprie osservazioni, altrimenti l’Inps procederà a recuperare l’indebito in 60 rate mensili a partire dalla rata di pensione del prossimo mese di gennaio. A spiegarlo è lo stesso Inps nel messaggio n. 3406/2017.

L’operazione di accertamento, prevista dall’art. 35 del decreto legge n. 207/2008 (convertito dalla legge n. 14/2009), riguarda esclusivamente i pensionati ex lavoratori pubblici titolari di prestazioni collegate al reddito, sulla base dei dati forniti dall’Agenzia delle entrate. La verifica, come precisa lo stesso Inps, è stata effettuate sulla base dei redditi diversi dalla pensione e contenuti nelle dichiarazioni dei redditi 730/Cud/Unico 2015 (redditi 2014) integrati con i dati presenti nel casellario centrale dei pensionati relativi allo stesso anno. In particolare, sono state elaborate le sole posizioni a debito e il relativo recupero scatterà dalla rata di gennaio 2018 con trattenuta pari a un quinto della pensione in un massimo di 60 rate. Importo del debito e relative modalità di recupero stanno per essere notificate ai pensionati interessati con un’apposita comunicazione in questi giorni. Ricevuta la notifica, i pensionati hanno 30 giorni di tempo per contattare le sedi dell’Inps che hanno in carico le loro pensioni e produrre documenti e informazioni utili a chiarire le posizioni reddituali accertate. In tal caso l’Inps procederà all’ulteriore verifica, terminata la quale rilascerà all’interessato la situazione definitivamente accertata.

Casi di debiti eccezionali, anche oltre i 10mila euro, come accennato, sono risultati per le pensione ai superstiti. Con «pensione ai superstiti», si ricorda, viene indicata sia la «pensione di reversibilità» (la pensione percepita dagli eredi quando il familiare passato a miglior vita era già pensionato) e sia la «pensione indiretta» (la pensione del familiare passato a miglior vita che non ancora era pensionato). Nell’uno e nell’altro caso, la pensione è assoggettata a riduzioni, nel caso in cui il beneficiario risulti in possesso di altri redditi. Le riduzioni vengono applicate con questi criteri:
a) nessuna riduzione se gli ulteriori redditi non vanno oltre i 19.573,71 euro;
b) 25% di riduzione se superano i 19.573,71 euro ma non i 26.098,28 euro;
c) 40% di riduzione se superano i 26.098,28 euro ma non i 32.622,85 euro;
d) 50% di riduzione se superano 32.622,85 euro.

In relazione alla pensione ai superstiti, gli accertamenti dell’anno 2015 hanno rilevato diverse posizioni con debiti superiori a 10mila euro. L’importo così rilevante potrebbe nascondere anche anomalie di calcolo e di controllo. Per di più l’Inps, proprio per evitare che negli anni successivi gli accertamenti possano dare risultato debiti di notevole entità, sta aggiornando anche i redditi del 2016; in questo modo, inoltre, evita anche di corrispondere prestazioni non dovute.


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