lunedì 6 marzo 2023
Domenica la società del Tesoro e il fondo australiano hanno inviato la loro proposta. Vale circa 20 miliardi. Meno di quanto vorrebbe Vivendi. Per trattare c'è tempo fino a fine mese
Per la rete Tim c'è anche l'offerta di Cdp e Macquarie

Ansa

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È partito forte in Borsa il titolo Tim, dopo che domenica l’azienda ha comunicato di avere ricevuto l’offerta di CdP Equity e Macquarie Infrastructure and Real Assets per la rete: ha aperto con un rialzo superiore al 5% per poi rallentare (a un’ora dall’avvio degli scambi guadagna il 3,11, a 31,86 euro).

La Cassa depositi e prestiti (controllata dal ministero dell’Economia) e il fondo australiano hanno presentato «un’offerta non vincolante per l’acquisto del 100% della costituenda società coincidente con il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa, inclusivo degli asset e attività di FiberCop, nonché della partecipazione in Sparkle». L’offerta scade il 31 marzo, cioè lo stesso giorno entro cui il fondo americano Kkr potrà presentare una sua offerta migliorativa.

Secondo le indiscrezioni emerse, entrambe le offerte valutano tutto il “pacchetto” della rete di Tim (cioè comprese FiberCop e Sparkle) attorno ai 18-20 miliardi di euro. Sono cifre comunque lontane dai 31 miliardi che la francese Vivendi, primo socio di Tim con una quota del 23,75%, ha indicato come valore delle rete italiana. Il cda di Tim aveva invece parlato di 25 miliardi.

L’offerta di Cdp dovrà essere valutata anche dal comitato parti correlate, dal momento che la Cassa depositi e prestiti è anche il secondo maggiore azionista di Tim dopo Vivendi, con una quota del 9,8%. Kkr è invece già socio, con una quota di 37,5%, di FiberCop, la società che controlla la rete in fibra ottica di Tim e Fastweb. Macquarie e Cdp sono invece azionisti di Open Fiber, la società costituita da Cdp con Enel (che ne è uscita a dicembre 2021) per sviluppare una rete in fibra ottica alternativa.

Il consiglio di amministrazione di Tim valuterà la proposta in una riunione fissata per il 15 marzo «o in un’altra data da definire» ha spiegato l’azienda. Cdp ha chiaramente il vantaggio di essere un’espressione del governo, che a sua volta ha diritto a bloccare un’eventuale operazione sgradita attraverso il “golden power” che si applica al passaggio di proprietà di società e infrastrutture strategiche. Non è escluso che alla fine Kkr possa unirsi alla cordata con Cdp e Macquarie

Tra le incognite anche la posizione della Commissione europea, che potrebbe avanzare dubbi Antitrust su queste operazioni che restringono la concorrenza nel mercato italiano della fibra ottica.



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