giovedì 9 luglio 2015
L'organizzazione bacchetta tuttavia l'Italia per la bassa spesa italiana per le politiche attive del lavoro: spende lo 0,41% del Pil, «parecchio sotto alla media (0,53%) e a quella di molti Paesi dell'Europa continentale».
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Il Jobs act, aumentando gli incentivi per creare posti di lavoro con contratto indeterminato, restringendo le condizioni per le assunzioni con contratti atipici e estendendo la copertura degli ammortizzato sociali, «rappresenta un importante passo avanti nella riduzione delle disuguaglianze di lungo termine e nell'eliminazione della segmentazione». Lo scrive l'Ocse nell'Employment outlook.L'organizzazione bacchetta tuttavia l'Italia per la bassa spesa italiana per le politiche attive del lavoro. L'Italia, spiega il rapporto, spende lo 0,41% del Pil, "parecchio sotto alla media Ocse (0,53%) e a quella di molti Paesi dell'Europa continentale". Secondo il rapporto le politiche attive "devono essere rafforzate in Italia e rese più efficienti". L'Ocse ritiene che "un elemento chiave" sia la nuova agenzia Agenzia nazionale per le  politiche attive del Lavoro (Anpal), che "è un passo significativo nella giusta direzione".
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