venerdì 24 novembre 2023
Mario Resca, presidente di Confimprese: «Vogliamo lavorare ad armi pari, c’è chi viene a provare la merce per poi comprarla su Internet» Chiesta una maggiore libertà su saldi e promozioni
L’e-commerce è più forte. Per i negozi fisici è un problema in più

Reuters

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Il commercio online ha imposto il Black Friday ai negozi fisici. Un ribaltamento di prospettiva che è solo la punta dell’iceberg di uno svantaggio competitivo fatto di troppe penalizzazioni a carico dei punti vendita fisici rispetto all’estrema libertà di cui gode da sempre l’e-commerce. Per Mario Resca, presidente di Confimprese, l’associazione delle imprese che operano nel commercio, con reti dirette e franchising, è l’intero sistema che va rivisto. Perché i consumatori oggi si muovono con rapidità sul doppio canale di vendita, fisico e digitale, alla ricerca di prezzi contenuti, le asimmetrie accumulate negli anni sono diventate insostenibili negli ultimi due anni di inflazione alle stelle. Vanno corrette, spiega Resca, per evitare la chiusura dei negozi e la desertificazione dei centri cittadini: «Vogliamo lavorare ad armi pari non danneggiare il cliente che adesso sempre più spesso si reca in negozio per provare o visionare la merce e poi compra online».

Nel 2023 la contrazione dei consumi è una realtà con cui fare i conti. Colpisce la grande distribuzione, e ha un effetto devastante sul settore moda, Il centro studi Confimprese evidenzia una consistente frenata del retail dall’inizio dell’anno. In particolare, a maggio c’è stato un cambio di passo con i dati mensili che sono diventati prima “piatti” e poi negativi. Le vendite da maggio a settembre sono calate dell’1%, per l’abbigliamento si è registrato un crollo del 4,5%. Tendenze confermate anche dagli ultimi dati disponibili relativi ai mesi di settembre ed ottobre con una flessione consistente del mercato retail, rispettivamente dell’1,9% e del 3,7% a livello tendenziale. Abbigliamento e accessori sono il settore più penalizzato (con un -6,2% a settembre e -3,8% ad ottobre) mentre la ristorazione tutto sommato “tiene” anche se ad ottobre il dato vira in negativo (-1,9%) dopo il +3,3% di settembre.

Non c’è più tempo da perdere insomma per evitare l’ulteriore crisi del commercio fisico. «Condividiamo la posizione della Commissione Europea e la proposta dell’Agcom – spiega Resca – volta a eliminare i vincoli alle vendite promozionali e ai saldi in termini di periodi e durata. Il problema delle asimmetrie competitive tra i player fisici del retail e le piattaforme online deve essere affrontato e risolto in un confronto al tavolo ministeriale tra gli operatori».

Quanto alla possibilità di posticipare la data di inizio dei saldi previsti per il 5 gennaio avanzata da Confesercenti a fronte di un autunno straordinariamente caldo, la base associativa di Confimprese è contraria perché la stagione in corso e gli acquisti sono già stati effettuati, tutt’al più potrebbe partire dall’estate 2024 per consentire un’adeguata organizzazione delle aziende. Sarebbe una sorta di “ora legale” dei saldi, una rivoluzione di un modello basato sul doppio appuntamento gennaio-luglio che potrebbe avere un senso solo se applicato in maniera definitiva, non in base alla situazione metereologica, è la riflessione di Resca. «È fondamentale – prosegue il presidente – un allineamento tra canali fisico e online e tra regioni, che ad oggi hanno la libertà di stabilire una data dei saldi diversa da quanto prevede l’accordo del 2011 in Conferenza delle Regioni, creando anomalie competitive tra territori limitrofi. È urgente semplificare il dialogo tra imprese e pubblica amministrazione, razionalizzare la normativa di settore e favorire la concorrenza e il libero mercato». Il settore retail in Italia ha un fatturato di 445 miliardi di euro con 1 milione 290 mila imprese e circa 3,4 milioni di occupati. Confimprese è l’associazione che raggruppa operatori con reti dirette e franchising: ne fanno parte 450 marchi con 90mila punti venditi e 800mila addetti.

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