sabato 8 luglio 2023
Metà della cifra non rimborsata è per i mutui, ma aumentano anche i crediti deteriorati per l'acquisto di auto e altri beni. L'analisi della Fabi: Lombardia e Lazio le regioni con maggiori sofferenze
Mutui e prestiti: 15 miliardi di rate non pagate dalle famiglie italiane
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Non solo mutui, ma anche credito al consumo e prestiti personali: in totale sfiora i 15 miliardi di euro il totale delle rate non pagate da quasi un milione di famiglie italiane. Il dato arriva da uno studio del sindacato bancario Fabi, secondo il quale l'aumento del costo del denaro, l'incremento dei tassi e la corsa dell'inflazione riducono il reddito disponibile e mettono in difficoltà i clienti delle banche nel rispettare le scadenze relative ai finanziamenti.

Complessivamente, i crediti deteriorati delle famiglie sono arrivati, a marzo scorso, a 14,9 miliardi di euro: si tratta, nel dettaglio, di 6,8 miliardi di mutui non pagati, di 3,7 miliardi di credito al consumo non rimborsato (i classici finanziamenti accesi per acquistare beni come automobili, elettrodomestici e altri beni) e di 4,3 miliardi relativi ad arretrati di altri prestiti personali. Del totale di 14,9 miliardi, 5,7 sono già classificati come sofferenze, cioè credito che la clientela non rimborserà più, altri 7,1 miliardi sono inadempienze probabili, vale a dire denaro che realisticamente le banche non recupereranno, mentre circa 2 miliardi sono rate scadute, quindi posizioni debitorie meno a rischio.

Secondo la Fabi, le difficoltà delle famiglie riguardano soprattutto i mutui a tasso variabile, particolarmente colpiti dall'aumento del costo del denaro portato dallo 0 al 4% in 11 mesi: questa categoria di prestiti immobiliari vale in totale circa 140 miliardi di euro e rappresenta un terzo del totale di 425 miliardi erogati. Sul piano territoriale, in cima a questa particolare classifica, ci sono Lombardia e Lazio con un ammontare delle rate non pagate oltre i 2 miliardi. Campania, Puglia e Basilicata, Sicilia e Veneto superano il miliardo. Emilia Romagna, Piemonte e Valle D'Aosta, e Toscana restano poco sotto il miliardo. Più contenuto il valore delle somme non pagate nelle regioni più piccole come l'Umbria dove le rate non pagate ammontano a 226 milioni, la Liguria (361 milioni) e la Calabria (418 milioni).

"E' ormai evidente che l'azione della Banca centrale europea per contrastare l'inflazione non sta generando i frutti sperati – osserva il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni -. I prezzi non calano significativamente e l'aumento così veloce del costo del denaro sta provocando un rialzo dei tassi di interesse su prestiti e mutui che mette in difficoltà sia le famiglie sia le imprese. La Bce ha già preannunciato di portare il tasso base al 4,25% il prossimo 27 luglio. Noi speriamo in un ripensamento e, comunque, ci auguriamo che tutte le prossime decisioni siano assunte con maggiore cautela da parte della Banca centrale europea".

Il sindacato bancario evidenzia anche che l'allungamento di un piano di rimborso di un mutuo a tasso variabile "non è a costo zero" per chi lo richiede, per cui è una decisione che i clienti delle banche devono valutare caso per caso. "L'allungamento del piano di rimborso di un mutuo a tasso variabile - conclude la Fabi - comporta infatti un maggior ammontare di interessi da pagare alla banca oltre al fatto che ci si pregiudica la possibilità di poter beneficiare, nel medio-lungo periodo, di un'auspicabile riduzione dei tassi d'interesse".

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