martedì 3 maggio 2016
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T radizione e innovazione. È l’impasto che da quattro generazioni fa del Molino Caputo l’avanguardia nella miscelazione e nella lievitazione delle farine, in Italia e nel mondo. E se la tradizione si specchia nel ritmo della macinazione molto lenta, legato all’arte antica molitoria, che consente di ottenere farine di ottima qualità senza danneggiamento degli amidi, l’innovazione cerca la perfezione attraverso ricerca e contatti internazionali e corre sul web con il sito Farina.tv, dove chef stellati danno consigli e ricette, dalla pizza al casatiello alle tagliatelle, dal pane agli struffoli al panettone e via impastando. Riflesso on line della missione dei mugnai Caputo che hanno sempre servito e valorizzato la tradizione e la cultura culinaria napoletana e campana dell’arte bianca. «La nostra farina nasce dal cuore del grano al cuore del gusto» spiega Antimo Caputo, amministratore delegato. Un viaggio che inizia dal Campo Caputo, che grazie ad un importante accordo di filiera seleziona la varietà da coltivare in funzione del clima, del suolo e, soprattutto, dei prodotti che gli artigiani del gusto devono realizzare. Una maestria e una competenza acquisite nel tempo grazie ad una osmosi continua con i maestri dell’arte bianca – pasticcieri, panificatori, pizzaiuoli – e con coloro che rappresentano il più grande valore dell’azienda: operai, collaboratori, dipendenti. «Per questo – osserva – la nostra non è una farina, ma una filosofia». La storia del Molino Caputo inizia nel 1924 quando Carmine Caputo di ritorno dagli Stati Uniti fonda un Molino ed un Pastificio a Capua. Dopo la sua morte lascia le redini della piccola azienda nelle mani del figlio Antimo che nel 1939 acquista il Molino di San Giovanni a Teduccio, nella periferia orientale di Napoli, sede dell’attuale impianto di produzione dell’azienda, oggi guidata dai figli Eugenio e Carmine e dal nipote Antimo. «L’orgoglio di essere napoletani, campani e italiani – svela Antimo Caputo – è il segreto del successo della nostra farina». Tradotto: una produzione di quasi due milioni di quintali all’anno, nel mondo va il 25%, di una vasta gamma di farine ed un fatturato in forte crescita di svariate decine di milioni di euro. Valeria Chianese © RIPRODUZIONE RISERVATA indice positivo
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