venerdì 10 aprile 2020
Dagli oltre mille miliardi di liquidità della Bce al fondo Sure per la cassaintegrazione ecco i principali interventi economici
Ecco tutte le misure anti-crisi messe in campo dall'Unione Europea
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L'Europa si è mossa su più livelli per sostenere l'economia mandata in crisi dal coronavirus. Alcuni interventi riguardano solo i 19 Stati dell'area euro: è il caso delle varie misure di espansione monetaria introdotte dalla Banca centrale europea e dell'allentamento del Patto di Stabilità, che si applica soltanto a chi è dentro la moneta unica. L'Eurogruppo, che si è riunito martedì e ieri, è il centro di coordinamento dei ministri delle Finanze dei governi dell'area euro. Altri interventi riguardano invece l'intera Unione Europea, di cui fanno parte 27 Paesi dopo l'uscita del Regno Unito, avvenuta alla fine di gennaio. Sono interventi a livello di Ue quelli che riguardano la Commissione, dove sono rappresentati tutti i Paesi dell'Ue, e altri soggetti come la Banca europea per gli investimenti, il cui capitale è stato sottoscritto da tutti gli Stati europei in proporzione al loro peso economico. La trattativa che riguarda Mes ed Eurobond è per ora a livello di Eurogruppo ma sarà poi allargata all'intera Ue quando ne discuterà il Consiglio europeo. Complessivamente, saranno mobilitate risorse che potranno arrivare ai 3.000 miliardi di euro.

1110 miliardi di liquidità dalla Bce Come prima mossa per favorire la circolazione di liquidità, la Banca centrale europea il 12 marzo ha allargato di 120 miliardi di euro il suo piano di acquisti di titoli pubblici e privati tramite l’emissione di nuova moneta (il Quantitative easing, che era già in corso con l’obiettivo di comprare 240 miliardi di euro di titoli). Il 18 marzo, con un annuncio a sorpresa, il piano di acquisti per il 2020 è stato rafforzato con un nuovo programma aggiuntivo da 750 miliardi. Il programma è stato anche reso più flessibile perché è stato slegato dall’obbligo di acquistare titoli di diversi Stati in proporzione alla loro presenza nel capitale della Bce: questo le ha permesso a marzo di acquistare 12 miliardi di titoli italiani e solo 2 miliardi di titoli tedeschi. Da qui alla fine dell’anno la Bce comprerà 220 miliardi di titoli italiani, tra Btp, obbligazioni private e altri titoli.

Mes leggero per le spese sanitarie Tra le misure introdotte anche il Mes "leggero" fortemente voluto dalla Germania. Il fondo salva stati viene finanziato con 240 miliardi. Anche il Mes è stato sdoganato per affrontare questa crisi: potrà fornire aiuti attraverso una nuova linea di credito (Pandemic credit line) che non avrà condizionalità se verrà usata per affrontare le spese sanitarie, dirette e indirette, legate alla crisi Covid-19. I Paesi possono richiedere fino al 2% del loro Pil, per l'Italia circa 35 miliardi. Sarà disponibile fino alla fine dell'emergenza, e dopo che sarà finita, i Paesi si impegnano a "rafforzare i fondamentali economici".

Ammorbidimento su Npl Da 4 anni le banche private possono ottenere denaro a tasso zero dalla Bce. Non sempre però possono prestarlo, perché devono rispettare un preciso equilibrio tra il capitale “proprio” di cui dispongono e i prestiti che possono fare: questa regola serve a evitare che una banca rischi troppo e finisca per fallire e dovere essere salvata. Il 12 marzo queste regole patrimoniali sono state allentate per favorire l’aumento del credito. La Vigilanza della Bce, guidata dall’italiano Andrea Enria, ha anche fissato nuove regole su quando un credito nel bilancio di una banca deve essere considerato “deteriorato”, così da togliere alle banche un altro ostacolo nella concessioni di prestiti a imprese e famiglie. Infine, martedì, la Bce ha iniziato ad accettare a garanzia dei suoi finanziamenti titoli più rischiosi rispetto ai suoi standard abituali.

Prestiti a imprese da Bei e Comse La Banca europea per gli investimenti, i cui azionisti sono tutti gli Stati dell’Unione europea, ha proposto la creazione di un fondo da 25 miliardi che servirà a garantire prestiti alle imprese per 200 miliardi di euro. Questa proposta è già stata approvata dall’Eurogruppo e le risorse si aggiungono agli altri 40 miliardi di euro di prestiti mobilitati dalla Bei a marzo tramite garanzie, linee di credito, acquisti di cartolarizzazioni. La Commissione europea ha poi deciso di mettere a disposizione, tramite i programmi Cosme e Innovfin, 1 miliardo di euro del bilancio Ue come garanzia del Fondo europeo per gli investimenti (interno alla Bei). Queste risorse permettono di mobilitare 8 miliardi di euro di finanziamenti del capitale di esercizio di almeno 100mila piccole e medie imprese europee.

Stop al patto di stabilità Il 20 di marzo la Commissione europea ha deciso di applicare, per la prima volta nella sua storia, la “clausola di salvaguardia” prevista dall’articolo 107 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Quella clausola, che si applica solo in casi di crisi economica particolarmente forte, sospende l’applicazione delle regole del Patto di Stabilità. «Ogni governo europeo può pompare nella sua economia tutto quello che occorre» ha spiegato il presidente Ursula von Der Leyen annunciando la novità. Grazie all’applicazione di questa clausola, il governo italiano ha potuto approvare i due pacchetti di stimolo di marzo e aprile per 50 miliardi di euro di spega pubblica aggiuntiva senza temere di andare incontro a una procedura di infrazione da parte di Bruxelles.

Utilizzo immediato dei fondi disponibili L'Unione, con il Corona virus response investment initiative (CRII), ha deciso di mobilitare le risorse ancora disponibili nel bilancio europeo per dare agli Stati membri tutto il sostegno di cui necessitano per la risposta immediata alla crisi del coronavirus e per il rilancio dell'economia. Per l'Italia significa anticipare l'impiego dei 37 miliardi ancora disponibili nell'attuale bilancio 2014/2020 sul Fondo Europeo Sviluppo Regionale (FESR) e Fondo Sociale Europeo (FSE), che le regioni e alcuni ministeri dovranno spendere entro il 2023. Sono i finanziamenti dei Programmi operativi regionali e nazionali che, grazie alla regola "N+3", si potranno utilizzare entro 3 anni dall'impegno a bilancio. La Commissione non chiederà dunque all'Italia di rimborsare gli 8 miliardi di prefinanziamenti non spesi nell'ambito dei Fondi strutturali europei per il 2019.

Programma Sure per la disoccupazione Il 2 aprile la Commissione europea ha lanciato il programma SURE, un fondo europeo da 100 miliardi contro la disoccupazione. Il Fondo, attraverso 25 miliardi di garanzie volontarie degli Stati membri, proporzionate al loro Pil, permetterà di finanziare le "casse integrazioni" nazionali. Raccoglierà risorse sui mercati emettendo un prototipo di Eurobond (con tripla A, quindi a tassi bassissimi), che darà poi ai Paesi che ne hanno bisogno prestiti con scadenze a lungo termine: è un grande vantaggio per l'Italia che potrà indebitarsi a tassi molto più bassi per aiutare i lavoratori e riceverà prestiti in proporzione molto più importanti rispetto alla garanzia fornita sul bilancio nazionale. Oltre a SURE si potrà utilizzare il FES per il reinserimento nel mercato del lavoro di lavoratori dipendenti che perderanno il posto, e autonomi, anche in modo diretto.

Aiuti alla ricerca grazie ad Orizzonte 2020 L'Unione Europea tramite il programma Orizzonte 2020 sta sostenendo network di centro di ricerca che sono in prima line per trovare il vaccino e cure efficaci contro il Covid 19 (già stanziati 80 milioni a CureVac, basata a Tubinga, impegnata nello sviluppo e nella produzione di vaccini anti-Coronavirus, 164 milioni per startup innovative che progettino idee innovative per rispondere all'emergenza Covid-19, 137,5 milioni nel quadro dell'invito di emergenza a manifestare interesse per la ricerca e l'innovazione urgenti sul coronavirus). Questi progetti consentono a 140 équipe di ricerca in tutta Europa di lavorare insieme per fronteggiare la pandemia di coronavirus. Altri 90 milioni sono stati stanziati per l'iniziativa di innovazione medica con l'industria farmaceutica.

Estensione ambito di utilizzo del fondo di solidarietà. Oltre ai fondi strutturali e agli strumenti di debito la Commissione propone di ampliare l'ambito di applicazione del Fondo di solidarietà Ue (strumento di sostegno ai Paesi colpiti da calamità naturali) per aiutare gli Stati membri in questa circostanza eccezionale. La misura permetterà agli Stati membri colpiti più duramente di accedere a un sostegno supplementare per un importo che potrà toccare 800 milioni e che potrà essere ampliato. Potrà essere utilizzato per imprese in difficoltà, per le emergenze pubbliche e le operazioni di recupero, come il ripristino delle infrastrutture, la pulizia di aree e le sistemazioni temporanee per le persone. Le norme verranno estese per includere l'assistenza alla popolazione in caso di crisi sanitarie e per coprire le misure di contenimento di malattie infettive.

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