sabato 15 luglio 2023
Il parco ravennate punta a tornare a un aumento a doppia cifra dei visitatori. Ma l'energia è diventata la seconda voce di costi: via a un piano di nuovi motori per ridurli del 20-25%
DiVertical, una delle principali attrazioni di Mirabilandia

DiVertical, una delle principali attrazioni di Mirabilandia - ANSA

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Pur non avendo subito danni effettivi nei giorni tragici di maggio, a suo modo anche Mirabilandia è un simbolo della ripartenza dell’Emilia-Romagna dopo le alluvioni. Il parco divertimenti più grande d’Italia con i suoi 850mila metri quadri circa, a parte qualche giorno di chiusura nel primo fine settimana, quello più critico, non ha subito danni. E si è pienamente tuffato in una stagione estiva ricca di novità, nell’anno che segue il 2022 del trentennale di attività. «Già il fine settimana dopo l’alluvione, il 26 maggio – racconta ora Sabrina Mangia, Sales e marketing director di Mirabilandia -, quando non sapevamo cosa aspettarci, abbiamo avuto risultati ottimi, segno anche di una voglia di tornare alla normalità».

D’altronde, eventi meteorologici a parte, i problemi non mancano in questo parco delle meraviglie, che guarda al futuro con rinnovate prospettive di crescita. Il direttore generale Riccardo Capo, ingegnere torinese di 58 anni da poco più d’un anno tornato ad assumere le redini del parco dopo un passaggio a Cinecittà World a Roma e tre anni di lavoro sul rilancio dell’area Expo di Milano, si sofferma nel sottolineare che anche qui il caro-energia si è fatto sentire, e parecchio: «I costi sono triplicati rispetto al 2021, l’energia è passata dalla quinta alla seconda voce di costo, subito dopo il personale». Per questo la struttura sta investendo «nella sostituzione dei motori» che alimentano le circa 35 attrazioni, con «un piano di efficientamento che si prefigge di risparmiare il 20-25%».

Mirabilandia e la gemella "Mirabeach" fanno parte da anni di Parques Reunidos, la società spagnola (partecipata anche da grossi fondi d’investimento) che è tra le più importanti al mondo nel settore della gestione dei parchi divertimento. Ogni investimento viene calibrato, in un parco che sostanzialmente si gioca buona parte delle sue carte in soli 90 giorni, nei mesi da giugno a fine agosto, periodo nel quale arriva a “coprire” quasi mille posti di lavoro, fra le varie mansioni, per quasi il 90% fidelizzati anno dopo anno. E che – come logico – oggi sta già programmando la stagione 2024: «Spero di annunciare le novità entro fine anno – prosegue Mangia -. Abbiamo in programma un grande rinnovamento, ancor più forte dalla stagione 2025. Purtroppo è difficile sbilanciarsi sulle date con precisione. L’andamento del mercato dei prezzi delle materie prime e della loro reperibilità sta creando difficoltà a tanti in tutti i settori».

Per quest’anno, prima dell’alluvione tutto faceva ben sperare: «Era prevista una crescita a doppia cifra – analizza Capo -, ora stiamo facendo di tutto per tornare a quei livelli». La prima regione di provenienza è l’Emilia Romagna, poi Lazio e Campania, in particolare le città di Roma e Napoli. Clienti attratti anche dai nuovi spettacoli come “Hot Wheels City”, con i giochi di auto in corsa, e “L’ultimo Pan”, show fantasmagorico a base di luci, musica, getti d’acqua e personaggi volanti che ogni sera chiude il parco. Gli obiettivi di crescita sono perseguiti sull’onda di una campagna di promozione sempre imponente: Mirabilandia è presente in 3mila strutture alberghiere della Riviera romagnola e nella sua programmazione “blocca” ogni anno «fra 4 e 5 milioni di camere prenotate, contando sul fatto che il pernottamento medio dei nostri visitatori è di 1,9 notti», enumera Capo. E fra i tanti progetti non è stato scartato nemmeno quello di dar vita a un hotel di proprietà, ora da aggiornare in base ai nuovi stili di vita maturati dopo il Covid.

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