giovedì 21 marzo 2013
L'Italia alza al 2,9% l'obiettivo di deficit in rapporto al Pil del 2013 per avviare la liquidazione dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della P.A. Servirà un decreto, ma prima il Parlamento dovrà approvare la relazione che sarà tempestivamente presentata dal Governo.
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L'Italia alza al 2,9% l'obiettivo programmatico di deficit in rapporto al Pil del 2013 per avviare la liquidazione dei crediti commerciali vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione e dare spinta ad una economia anemica. Forte dei margini di flessibilità sul bilancio concessi dall'Europa, il Consiglio dei ministri annuncia di voler varare nelle prossime settimane un decreto legge che porterà a liquidare 20 miliardi di fatture pregresse nel 2013 e altri 20 miliardi nel 2014 a fronte di uno stock valutato dalla Banca d'Italia in 70-80 miliardi a fine 2011. "Il percorso della credibilità di un Paese e di un governo non è facile, ma se si riesce a percorrerlo ci si trova poi in buona condizione e questo è un lascito che noi vogliamo trasmettere al governo che ci seguirà", ha detto il presidente del Consiglio uscente, Mario Monti, in conferenza stampa a Palazzo Chigi. Parte del maggior deficit rispetto alle ultime stime di settembre riflette il persistere della crisi economica. Il ministero dell'Economia, infatti, ha portato a -1,3% da -0,2% la stima sull'andamento del Pil nel 2013 e a +1,3% da +1,1% la stima del 2014. Il deficit a politiche invariate dovrebbe attestarsi al 2,4% del Pil quest'anno (da 1,8%) e all'1,7% nel 2014 (da 1,5%).Sarà un decreto a stabilire le modalità attraverso cui accelerare i pagamenti della pubblica amministrazione nei confronti dei debitori. Lo afferma il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, nella conferenza stampa che si tiene a margine del Cdm. Il titolare del dicastero di via XX settembre spiega che, per lo sblocco dei pagamenti, sono necessari "due stadi". Il primo passaggio che prevede la presentazione di una relazione, e dovrà essere approvata al più presto dal parlamento, è stato deciso dal cdm, e "serve per modificare gli obiettivi di finanza pubblica, per creare gli spazi necessari per lo stadio due". Il secondo stadio, spiega Grilli, prevede l'approvazione di decreto legge, "che determini le forme le modalità, attraverso le quali questa accelerazione avviene". Grilli ricorda che l'esecutivo in passato ha cercato di intervenire, in modo che il pagamento dei debiti "non avessero impatto sui saldi di finanza pubblica". Un tentativo fatto perchè, ricorda il ministro, "prima eravamo vincoliati a obiettivi che non consentivano" l'incremento della spesa pubblica. Per raggiungere questo fine "abbiamo messo in piedi, con molta fatica, vista la complessità del meccanismo" il sistema di certificazione dei crediti. "Oggi abbiamo una piattaforma elettronica", attraverso cui le imprese e i fornitori possono presentare la propria certificazione di debito, che dovrebbero essere 'scontatè dalle banche. "Questo circuito, che da un punto vista operativo è funzionante, non ha dato risultati". Ci sono decine di miliardi di debiti e richieste per decine di milioni, "sono cifre che non si parlano", dice Grilli. Questo meccanismo indiretto, che "cercava di fare arrivare la liquidità necessaria alle imprese, non ha portato a un sollievo sufficiente". L'insuccesso della piattaforma "forse è stato aggravato dalla situzione delle nostre banche, che non hanno quella capacità di provvedere alle liquidità aggiuntive su più fronti".​​
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