mercoledì 18 maggio 2011
Secondo Metis non aumentano i clienti, ma il numero di missioni e la durata del contratto.
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Nel primo trimestre del 2011 Metis ha registrato un incremento del numero di missioni nel settore metalmeccanico rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In alcune zone del Paese, in particolare nell'area Lombardia orientale e Veneto occidentale il trend di crescita arriva all'80%. Le province di Brescia, Mantova, Bergamo, Verona e Vicenza fanno da traino in questa fase di cauto ottimismo. È interessante notare che la crescita non si riferisce tanto all'aumento di aziende clienti ma all'aumento della durata e del numero di missioni. Questo è un segnale positivo perché esprime il forte rapporto di fidelizzazione che negli anni l’Agenzia per il Lavoro Metis è riuscita a costruire con i suoi clienti e rappresenta anche un chiaro segnale della strategia delle aziende nella gestione delle risorse umane: utilizzare lo strumento di flessibilità offerto dalle agenzie per il lavoro in un momento in cui la crisi è alle spalle e non c'è ancora una certezza per il futuro a breve e medio termine.Il ruolo dell'agenzie proprio in momenti come questi mostra la sua centralità e la sua funzione sociale: da una parte offre strumenti di flessibilità alle aziende per accelerare l’uscita dalla crisi, assecondando il mercato e non esponendosi a rischi elevati; dall’altra rappresenta un efficace servizio per l’impiego, in particolare per i giovani alla ricerca del primo impiego e per i lavoratori che necessitano di rientrare nel mondo del lavoro.Un cauto ottimismo quindi per le aziende che cercano per lo più  operai specializzati come tornitori con conoscenza del disegno meccanico, addetti al montaggio meccanico con utilizzo di  strumenti di misurazione, addetti di magazzino in possesso di speciali patentini e figure come  ingegneri meccanici nell’area progettazione.La figura professionale più difficile da reperire rimane sempre il perito tecnico, in particolare ad indirizzo meccanico: spesso le offerte di lavoro per queste figure sono concentrate nell'ambito della produzione e i candidati non sono sempre disponibili a svolgere queste mansioni. Eppure le prospettive di crescita professionale sono tante. Il candidato entra in azienda con un contratto in somministrazione solitamente breve (un mese, un mese e mezzo). Se la risorsa è valida e si inserisce positivamente nell’organico,  nella stragrande maggioranza dei casi il contratto è prorogato (e qui si assiste ad un allungamento del periodo medio di proroga: se lo scorso anno era di mese in mese, ora invece si arriva anche a proroghe di tre o sei mesi). Non solo: nello specifico per queste figure professionali, un candidato su tre finisce per  essere assunto direttamente dall'azienda.
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