giovedì 30 giugno 2011
Dopo un lungo e sofferto Consiglio dei ministri, il governo ha varato la manovra, sulla quale chiederà la fiducia. I tagli alla politica sono stati rinviati a una apposita Commissione. Stretta sugli statali. Berlusconi: intervento di buon senso.
- Tasse sulle auto potenti e sul trading delle banche
- Pensioni rosa, l'età salirà ma solo dal 2020
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Crediamo di aver fatto delle misure ponderate, ora "il Parlamento discuterà e voterà noi siamo aperti, ma il governo chiederà la fiducia". Lo ha detto il premier, Silvio Berlusconi, dopo il via libera del Cdm alla manovra economica. "Abbiamo creduto di agire con il buon senso da padre di famiglia, abbiamo messo in discussione le proposte fatte da ministri e crediamo di avere messo insieme una manovra di buon senso tenendo presente le finalità e il rispetto degli impegni Ue come ricorda ministro Tremonti e obblighi di mercato. Un Paese per essere solido non può  vivere sopra le sue possibilità". Lo ha affermato il premier.Confermato il bollo maggiorato per le auto di grossa cilindrata, il taglio all'uso degli aerei di Stato, le facilitazioni fiscali per le imprese giovani, uffici Ice ridotti da 14 a 2, nessun taglio al sostegno scolastico ai bambini disabili.Rinvio per la definizione dei tagli dei costi della politica. Sarà istituita infatti "una Commissione, guidata dal Presidente dell'Istat" per definire gli interventi. Il riferimento è "alle prassi europee". Lo ha riferito il Ministro dell'economia, Giulio Tremonti. Quindi nella manovra non sono inserite da subito le relative misure.LE CRITICHE«La manovra dà un colpo micidiale al sociale e lascia un punto interrogativo. Lascia, tra il 2013 e il 2014, un buco che è una bomba ad orologeria» ha detto Pier Luigi Bersani poco prima dell'approvazione. «La manovra che il governo si appresta a varare fa scelte gravi che possono porre a rischio servizi pubblici fondamentali in settori come il trasporto pubblico locale e la sanità», aveva denunciato dal canto suo il presidente della conferenza delle Regioni Vasco Errani. E anche l'Anci fa sapere che nel caso in cui corrispondesse al vero il taglio del fondo di riequilibrio, aggiuntivo rispetto a quello prodotto con la manovra del 2010, si decreterebbe, di fatto, la chiusura dei servizi comunali e il federalismo arriverebbe al capolinea». IVA E STRETTA SUI DIPENDENTI PUBBLICILa bozza finale contiene un giro di vite sulle assenze dei dipendenti pubblici: la visita fiscale per assenza per malattia, si legge, arriverà «sin dal primo giorno, quando l'assenza si verifica nelle giornate precedenti o successive a quelle non lavorative». In precedenza, il controllo poteva essere disposto «nel caso di assenza di un solo giorno, tenuto conto delle esigenze funzionali e organizzative» dell'amministrazione. La bozza del ddl delega per la riforma del fisco all'esame del Consiglio dei ministri non prevede poi nessun aumento dell'Iva ma soltanto la «revisione graduale delle attuali aliquote, tenendo conto degli effetti inflazionistici prodotti da un aumento». «Con l'esclusione dei titoli pubblici ed equivalenti» è prevista, inoltre, l'«introduzione di un'unica aliquota per le ritenute e le imposte sostitutive applicabili sui redditi di capitale e sui redditi diversi di natura finanziaria non superiore al 20 per cento, facendo salva l'applicazione delle minori aliquote introdotte in adempimento di obblighi derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea». PENSIONI E BONUS AI LAVORATORI PRODUTTIVI Sale, con tempi e modalità soft, l'età pensionistica delle donne nel settore privato. A partire dal 2020, si legge nella bozza finale del provvedimento, ci vorrà un mese di più, cioè 60 anni e un mese, per andare in pensione. I requisiti anagrafici verranno poi aumentati di due mesi a partire dal primo gennaio 2021, per poi proseguire in modo progressivo fino all'ultimo scaglione, fissato al primo gennaio 2032. È confermata per l'anno 2012 «una tassazione agevolata del reddito dei lavoratori» collegato «a incrementi di produttività, qualità, redditività, innovazione, efficienza organizzativa». Nella bozza si specifica infatti che il «governo, sentite le parti sociali, provvede entro il 31 dicembre 2011 alla determinazione del sostegno fiscale e contributivo» in questione, «nei limiti delle risorse stanziate con la legge di stabilità». Da fonti ministeriali, poi, si apprende anche che il dicastero dei Beni culturali è escluso sia dal taglio dei residui passivi sia da qualsiasi ipotesi di rimodulazione futura delle risorse. Nessun taglio quindi né allo spettacolo né alle istituzioni culturali. Con la manovra, anzi, arriva la possibilità di destinare il 5 X mille alla cultura.LIBERAZIONE COATTA DELLE FREQUENZE ALL'ASTALa bozza prevede ancora che per evitare la disattivazione coattiva degli impianti, le tv locali dovranno liberare le frequenze messe all'asta entro e non oltre il 31 dicembre 2012. «Alla scadenza del predetto termine (31 dicembre 2012) - si legge nel testo - in caso di mancata liberazione delle frequenze l'amministrazione competente procede senza ulteriore preavviso alla disattivazione coattiva degli impianti avvalendosi degli organi della polizia delle comunicazioni». Il governo ha deciso di mettere all'asta le radiofrequenze che si libereranno con il passaggio del digitale terrestre per destinarle alla telefonia mobile. L'asta dovrebbe garantire risorse per 2,4 miliardi. La misura prevede inoltre che il 50% dei maggiori introiti eventuali rispetto ai 2,4 miliardi che si otterranno possano essere destinati al settore. CASE IACPNella bozza infine si legge che entro il 31 dicembre 2011 il governo potrà concludere accordi con regioni ed enti locali «aventi ad oggetto la semplificazione delle procedure di alienazione degli immobili in passato di proprietà degli Istituti Autonomi Case Popolari.
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