mercoledì 4 maggio 2016
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O ltre 17 mila beni dello Stato, per un valore di 2,6 miliardi di euro, potenzialmente in vendita. Si tratta del patrimonio disponibile che l’Agenzia del Demanio gestisce (in una cassaforte di beni pubblici del valore complessivo di quasi 60 miliardi) e che intende ridurre al massimo con operazioni di valorizzazione. Lo ha indicato il direttore del Demanio Roberto Reggi facendo il bilancio dell’attività 2015 dell’Agenzia, che visto il successo riscontrato l’anno scorso si prepara anche a lanciare in estate un nuovo bando per i fari costieri. La fotografia al 31 dicembre 2015 mostra l’Agenzia del Demanio impegnata a gestire 45.397 beni pubblici per un valore di oltre 59 miliardi, di cui l’85% in uso governativo (ministeri), il 5% di demanio storico artistico (musei), il 6% di patrimonio indisponibile e il 4% di patrimonio disponibile. Quest’ultima voce è «il patrimonio non più strategico per lo Stato e su cui noi abbiamo in atto una serie di iniziative di valorizzazione », ha spiegato Reggi, indicando l’obiettivo di «ridurre a zero» questo patrimonio (attraverso i trasferimenti col federalismo demaniale e la vendita). Attualmente si tratta di 17.356 tra fabbricati e terreni (il 38% del portafoglio), che con le operazioni di federalismo demaniale diventeranno 15 mila a fine 2016 e progressivamente sempre di meno. E se il federalismo demaniale nell’ultimo anno ha registrato una forte accelerazione (si è arrivati a coprire il 60% dei trasferimenti richiesti e nei primi tre mesi del 2016 il 65%), sul fronte delle vendite le cessioni di beni pubblici hanno permesso di incassare circa 1 miliardo l’anno, ha spiegato Reggi: nel 2011-2015 sono stati raggiunti i 568 milioni tra operazioni ordinarie e straordinarie, cui si aggiungono vendite nel quinquennio di beni di altri Enti pubblici per 4,667 miliardi. Per gli immobili in uso governativo, invece, i risparmi si fanno sulle locazioni passive: 18 milioni di euro annui nel 2015 e complessivamente 73 milioni negli ultimi 5 anni.
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