martedì 6 giugno 2023
Il nostro Paese conta 231 realtà in cui è certificato l’impegno per creare un paradigma economico rigenerativo: solo la Francia ne ha di più
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Le aziende italiane in prima fila nel processo di trasformazione del sistema economico verso un paradigma più sostenibile e rigenerativo, attento a misurare l’impatto delle proprie performance non solo in termini di produttività ma anche di ripercussioni sul territorio dal punto di vista ambientale e sociale. Sono sempre più numerose, ben 231, le B-Corp del nostro Paese che si piazza in seconda posizione nella classifica dell’Unione Europea, subito dopo la Francia (con 304 realtà) e prima dell’Olanda (212). In occasione della giornata mondiale dell’ambiente di ieri il movimento italiano delle B-Corp ha analizzato i dati relativi al mese di maggio e fornito una panoramica dei settori con il maggior numero di aziende impegnate su questo fronte.

L’industria dei prodotti alimentari è in prima fila con ben 16 aziende, seguita dalla consulenza aziendale con 15 B-Corp e infine dai servizi per la persona con 10 imprese. Ad avere i migliori punteggi (ovvero l’impatto sociale e ambientale che viene reso pubblico) il settore più virtuoso è quello dei servizi alla persona, seguito da consulenza aziendale e prodotti alimentari. Per quanto riguarda la distribuzione geografica la Lombardia è la regione con il maggior numero di B-Corp con un totale di 88 realtà, seguita dall’Emilia Romagna, con 32, dal Veneto con 29 e dal Lazio a quota 24. È proprio il Lazio però ad avere le migliori performance in termini di punteggi seguito da Emilia-Romagna e Veneto. I dati insomma testimoniano una consistente attenzione da parte delle aziende nell’indirizzare prima e misurare poi l’impatto dei propri comportamenti, cercando di anno in anno di intervenire per migliorare pratiche e processi anche attraverso gli strumenti forniti da B-Lab, l’organizzazione non profit internazionale nata nel 2006 che lavora per trasformare l’economia globale e diffondere la visione di un paradigma economico inclusivo, equo e rigenerativo. B-Lab ha creato la certificazione B-Corp e collabora con i governi, le università e le aziende per rendere effettiva questa trasformazione. Al momento è attiva in 90 Paesi. Per diventare B-Corp le aziende devono misurare alcuni parametri in cinque ambiti: governance, comunità, persone, ambiente e clienti. Solo al raggiungimento di 80 punti su 200 l’azienda potrà richiedere la verifica del punteggio che se certificato da B Lab permetterà di ottenere la certificazione B-Corp. A quel punto è possibile modificare lo statuto dell’azienda per includere i nuovi obiettivi, passaggio questo che in Italia coincide con il passaggio a società Benefit, un livello superiore. Ogni tre anni B Lab fa una nuova valutazione delle performance delle imprese.

Oggi nel mondo ci sono oltre 6.800 B-Corp certificate e più di 240 mila aziende ne utilizzano gli strumenti per misurare e migliorare il proprio profilo di sostenibilità. In Italia questo percorso di miglioramento continuo dell’impegno sociale e ambientale è confermato dai punteggi in aumento ottenuti dal 59% delle aziende che si sono ri-certificate, dimostrando dunque un chiaro percorso di evoluzione anche una volta diventate B-Corp. Non solo, per il movimento B-Corp, il miglioramento continuo deve passare anche dall’aggiornamento degli standard di certificazione utilizzati. Ed è proprio con quest’obiettivo che B Lab, insieme a oltre 1.000 stakeholder ed esperti, sta guidando un’operazione di perfezionamento degli standard B Corp, affinché i parametri tengano conto dell’evolversi della cultura, delle tecnologie e delle conoscenze nel panorama in costante evoluzione della sostenibilità. In Italia l’universo delle B-Corp si continua ad allargare. Tra le principali ci sono: Illy, Eolo, Chiesi, Florim, Fratelli Carli, Save The Duck, Panino Giusto, North Sales, Cortilia, Nespresso, Davines, MIP, Aboca, Danone. Nei primi cinque mesi del 2023, inoltre, si sono aggiunte al movimento 30 B-Corp. Un’accelerazione sui nuovi ingressi che è risultata decisiva per permettere all’Italia di consolidare il secondo piazzamento a livello europeo.

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